Gruppo Crc: “Mancanza di controlli sugli Enti e rimborsi alle famiglie fermi dal 2011: la Cai recuperi il suo ruolo di guida per l’adozione internazionale”

adozione6La legge italiana sulle adozioni è buona, ma sconta pesanti inefficienze che si ripercuotono inevitabilmente sulle famiglie e i bambini. Urge quindi un dibattito costruttivo in vista di una riforma che corregga le lacune ancora esistenti nel settore dell’adozione sia nazionale che internazionale, a cominciare da una scarsa operatività della Cai e da un sostegno al post-adozione ancora troppo ridotto. Questo il parere del Gruppo Crc, il network di 91 associazioni – tra cui Amici dei Bambini – impegnate nella tutela dei diritti dell’infanzia, che ha dedicato al tema dell’adozione un intero paragrafo del suo 9° Rapporto. Il documento, come sempre incentrato sullo stato di attuazione nel nostro Paese della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, è stato presentato a Roma, l’8 giugno, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti e della Garante nazionale per l’Infanzia Filomena Albano.

Numerose le note dolenti evidenziate in materia di adozione internazionale. Relativamente alle inefficienze della nostra Autorità Centrale, il Gruppo Crc denuncia in particolare la mancanza di controlli sull’operatività degli Enti Autorizzati e il fatto che i rimborsi delle spese sostenute dalle coppie adottive nel corso dell’iter siano ancora fermi al 2011. Oltre a questi problemi, il Rapporto rileva anche quelli relativi al mancato riconoscimento automatico della sentenza straniera di adozione e ai tempi procedurali, quasi sempre disattesi, per il rilascio del decreto di idoneità, che “raramente viene emesso entro i 6 mesi e mezzo previsti dalla legge”.

“E’ necessaria un’adeguata politica di rilancio e sostegno delle adozioni internazionali – si legge nel Rapporto – attraverso una Cai che rafforzi il suo ruolo di interlocutore internazionale per tutti gli Enti autorizzati italiani anche operando quei periodici controlli” sugli Enti “mai compiutamente realizzati e da anni richiesti dal Gruppo Crc”.

Capitolo adozione nazionale. La pecca principale, rilevata dalle 12 associazioni del Crc che hanno lavorato al paragrafo del rapporto dedicato alle adozioni, è data da un sistema amministrativo che non si è rivelato in grado di applicare pienamente la legge 184/83. La più eclatante delle inadempienze è la mancanza di operatività della Banca dati nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili, prevista dalla legge già nel 2001, ma mai entrata in funzione, nonostante un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, vinto da Ai.Bi. Tale mancanza di collegamento tra i 29 Tribunali per i Minorenni italiani – evidenzia il Rapporto – rappresenta un “grave pregiudizio per una tutela efficiente ed efficace nei confronti dei bambini adottabili in un ambito in cui il fattore tempo è elemento determinante.

Come uscire da queste situazioni di stallo? Tra le proposte elaborate dal Gruppo Crc la formazione obbligatoria anche per le coppie che hanno presentato domanda di adozione nazionale, l’equiparazione totale della procedura di adozione nazionale a quella internazionale con “la valutazione di tempi certi e ragionevoli” e “la previsione di una maggiore trasparenza del procedimento amministrativo”. In tema di post-adozione, il Gruppo Crc auspica che si possano garantire gratuitamente prestazioni sanitarie e sostegno psicologico alle famiglie adottive.

La riforma dunque dovrebbe promuovere l’adozione in modo che il diritto di ogni bambino a una famiglia non sia solo enunciato, ma anche finalmente garantito.

 

Fonte: Vita