Guerra in Ucraina non facciamo spezzare il filo della speranza

Ucraina. Un filo per la pace

La nuova campagna di Ai.Bi. Amici dei Bambini a sostegno di bambine, bambini e famiglie colpiti dalla guerra in Ucraina. Per non far spezzare il filo a cui ancora è appesa la speranza

Dal 22 febbraio 2022, giorno dello scoppio della guerra in Ucraina, sono passati oltre 1300 giorni! Più di tre anni e mezzo che hanno sconvolto la vita di migliaia di famiglie e di bambini, i più indifesi e da sempre le prime vittime di ogni emergenza.
Lo confermano anche i numeri riportati dal sito childrenofwar.gov.ua, che raccontano come in questo periodo siano morti oltre 650 bambini e più di altri 2.100 siano rimasti feriti.
Mamma, papà, fratelli, parenti, amici… Non c’è persona che non abbia avuto un lutto nella cerchia delle sue conoscenze, perché per tutti, in Ucraina, ogni giorno è un possibile giorno di morte.
In queste condizioni, anche la speranza rischia di morire. E se muore lei, allora davvero diventa impossibile riuscire a tracciare una strada verso un futuro di pace.

La speranza è appesa a un filo

È in questo contesto drammatico che, nell’ambito del progetto BAMBINIxLPACE, nasce la nuova campagna di Ai.Bi. Amici dei Bambini: “Guerra in Ucraina. E se si spezzasse per sempre i filo della speranza?”. Un modo per sottolineare l’importanza di continuare a lavorare insieme affinché non venga meno quel legame verso il futuro, intessuto di speranza e resilienza, che ogni giorno che passa rischia di farsi sempre più debole e sottile.

Gli operatori di Ai.Bi. in Ucraina, così come nella vicina Moldova (il Paese che, in proporzione al numero dei suoi abitanti, ha accolto la maggior quantità di profughi), continuano a portare avanti attività fondamentali per i minori e le famiglie vittime della guerra.

Guerra in Ucraina: l’impegno di Ai.Bi. non si ferma

Ai.Bi. sta gestendo alcune ludoteche fisse, tra cui quella di Volodarka, villaggio un centinaio di km a sud di Kiev, e il Ludobus della Pace (ludoteca itinerante per raggiungere ulteriori villaggi meno accessibili); sta garantendo l’attività degli sportelli di supporto all’integrazione sociale (richiesta ufficiale di protezione) e lavorativa per le famiglie profughe; sta continuando a fornire beni di prima necessità e il sempre più importante supporto psicologico a bambini, adolescenti e famiglie, regalando attimi di vita “normale”, in un tempo che normale non è.
Ecco perché, oggi più che mai, c’è bisogno dell’aiuto di tutti: per non far spezzare il filo a cui ancora è appesa la speranza che tiene legati bambine e bambini al loro futuro. EMERGENZA UCRAINA