Haiti: rientrata la portaerei Cavour. L’Italia “abbandona” l’isola

HAITI-QUAKE-VICTIMSL’Italia lascia Haiti. E’ rientrato questa mattina a Civitavecchia il contingente italiano imbarcato sulla portaerei Cavour, ovvero la missione di soccorso alla popolazione di Haiti denominata “White Crane”.

Dopo due mesi nell’isola, il bilancio del lavoro svolto dal Contingente militare si può riassumere in più di 12mila chilogrammi di generi alimentari trasportati dall’Italia e distribuiti alla popolazione; 36mila litri di acqua potabile distribuita ai bambini delle scuole, 176mila chilogrammi di medicinali forniti ai centri sanitari locali per la popolazione; 56 pazienti ricoverati sugli oltre 100 assistiti presso l’ospedale di bordo con 316 prestazioni mediche fornite.

Intanto Unicef ha pubblicato un Rapporto di sintesi sugli interventi realizzati dopo il 12 gennaio dal titolo “I bambini di Haiti: tre mesi dopo il terremoto”. Nel documento l’Unicef fa notare che il terribile terremoto ha lasciato il suo segno su oltre un milione di bambini. Resta ancora molto da fare, come evidenzia il Fondo ONU per l’infanzia, anche se oggi i risultati degli interventi sono positivi: oltre un milione di persone colpite dal sisma riceve regolarmente acqua potabile; oltre 200 mila donne e bambini beneficiano di programmi mirati di sostegno alimentare; ad oggi più di 100 mila bambini sono stati raggiunti da campagne di vaccinazione di massa; sono stati monitorati e portati aiuti (alimenti e medicine) a istituti per l’infanzia che ospitano più di 25 mila bambini; le scuole stanno gradualmente riaprendo in sistemazioni temporanee, grazie alla fornitura di migliaia di tende e kit di materiali didattici ed educativi.

Tuttavia, il rapporto individua alcune sfide fondamentali da affrontare, in settori quali la fornitura di servizi igienici, il rischio di violenza contro donne e adolescenti nei campi per sfollati e la più ampia questione della forte carenza di capacità del governo e della società civile. Molti ministeri e dipartimenti hanno perso personale, edifici e archivi importanti.

Rimangono ancora irrisolti alcuni importanti aspetti sulla situazione dei minori abbandonati haitiani, già in difficoltà prima del terremoto del 12 gennaio 2010. Erano 350mila i bambini senza una famiglia prima del sisma secondo Unicef, di questi 20mila erano assistiti nei 200 istituti prima del terremoto. Grave anche la situazione dei restavek (dal francese “rester avec”, “restare con”): sono i bambini di Haiti di fatto abbandonati dai loro genitori e affidati a famiglie ricche dalle quali dovrebbero ricevere cibo, alloggio ed educazione in cambio del loro lavoro. Quello dei restavek é un fenomeno radicato e diffuso: sarebbero 225mila i minori tra i 7 e i 13 anni; la maggior parte arriva dalle zone rurali.

La situazione dell’infanzia rimane quindi complessa, con tanti bambini in attesa di essere accolti e diventare finalmente figli. Eppure l’Italia non ha ancora aperto un canale diplomatico con le autorità haitiane per avviare un programma di adozione internazionale, a differenza di Paesi come la Germania, la Francia, il Canada, gli Stati Uniti.