Il Coronavirus visto dai bambini? Può essere un pomeriggio di giochi

Il racconto di una baby sitter intervistata dalla Gazzetta di Bari

Bambini a casa da scuola. Bambini chiusi in casa, senza la possibilità di vedere gli amici. Il Coronavirus ha cambiato anche la vita dei più piccoli. E delle famiglie, che, molto spesso, devono affidarne le cure a una baby sitter.

E proprio una baby sitter è Grazia, 31enne intervistata dalla Gazzetta di Bari, che si occupa sovente di tre fratellini di 12, 8 e 5 anni. Tre bimbi che, dallo scorso 5 marzo, sono divenuti per lei un impiego a tempo pieno, dalle 9 alle 19.

Coronavirus e bambini: il tempo a casa con la baby sitter

In queste situazioni servono alcune regole, come spiega. “Appena arrivo – racconta al giornale – ci si lava e ci si veste; ognuno sistema la sua camera come fosse un gioco a tempo”. A internet è dedicata un’ora soltanto. Poi, “intorno a mezzogiorno”, si cucina tutti insieme. Finito i pranzo si sistema. “Subito dopo dipingiamo, prepariamo biscotti, ciambelle”.

Il momento più duro, spiega, arriva nel pomeriggio, quando il tempo dedicato agli abbracci è stato “abolito” per motivi di sicurezza. Perché il Coronavirus incombe. Non è sempre facile. A volte, come spiega la stessa Grazia, ci sono le inevitabili “scaramucce”. Inevitabili perché per un bambino non è facile starsene tutto il giorno in casa. Ma così è e sarà. Fino a quando questa assurda situazione sarà finita…