Il decreto Natale è appena entrato in vigore ed è già caos: le domande che tutti si fanno 

Chi controlla che a far visita ad amici e parenti siano solo due persone? Seconde case: anche quelle in affitto o solo quelle di proprietà? I 30 km di distanza per i piccoli comuni come si calcolano?

 Con il decreto Natale presentato dal premier Conte venerdì alla stampa, è stato finalmente chiarito come potremmo trascorrere queste festività natalizie, tra giorni “rossi”, “arancioni”, distanziamenti, divieti e deroghe, ma è proprio tutto così chiaro?

Secondo il quotidiano Il Giornale  anche dopo l’emanazione del decreto legge che rimarrà in vigore fino al 6 gennaio, vi sono ancora “buchi” che rimangono scoperti o che potrebbero dare il via libera agli immancabili furbetti, vediamone insieme alcuni:

Ricevere amici e parenti in casa nel numero massimo di due

Il Natale 2020 sarà in rosso e non stiamo parlando del colore natalizio per eccellenza. Per mitigare  queste festività fatte di limitazioni e distanziamenti, il governo ha previsto una deroga particolare: la possibilità di spostarsi verso “una sola” abitazione privata di amici o parenti, una sola” volta al giorno, tra le 5 della mattina alle 22 della sera e nel limite massimo di due persone “ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”.

Ma se in casa non è possibile imporre divieti e i controlli avverranno solo lungo il tragitto, come si potrà essere certi che tutti rispettino le regole? Se lo chiede il quotidiano Il Giornale sottolineando: “Tutto è lasciato alla responsabilità personale e non sempre la fiducia è ben riposta”.

E cosa succede se una famiglia ha un figlio di 14 anni e uno di 16? Quest’ultimo rimarrà a casa da solo per Natale? “Difficile organizzare un cenone o un pranzo di Natale dovendo spaccare il nucleo familiare – sostiene il Giornale aggiungendo – Forse sarebbe stato più agevole pensare ad una soluzione che discriminasse tra minorenni e maggiorenni più autonomi e gestibili”.

 I piccoli comuni e i 30 Km

 Nei giorni “arancioni”,  ossia il 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio, i residenti in piccoli comuni, con una popolazione fino a 5.000 abitanti, potranno spostarsi massimo di 30 chilometri dal proprio paese “con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”. Insomma la possibilità di incontrare una persona cara che viva in un altro comune durante le festività è salva. Ma cosa accade se le due abitazioni si trovano agli estremi di due comuni limitrofi e la distanza da percorrere è superiore ai 30 km? – scrive il quotidiano, facendo notare come – non sia chiaro come si debba calcolare questa distanza”.

 Seconde case

 Durante le festività sarà possibile raggiungere le seconde case che si trovino all’interno della propria Regione. Ciò che non è chiaro, fa notare Il Giornale, è se “il via libera” valga solo per le seconde case di proprietà o anche per quelle in affitto “per 6 mesi o un anno” ad esempio… e dato che essendo in zona rossa non si potrà uscire dalle proprie “seconde abitazioni” perché non è possibile raggiungere anche quelle fuori i confini regionali, quando magari solo: “per una manciata di Km” non è possibile spostarsi?

 Stop agli spostamenti tra Regioni

E tra dubbi su incontri e spostamenti ricordiamo che da lunedì 21 dicembre scatta lo stop agli spostamenti tra Regioni di colore giallo. Sarà comunque possibile varcare i confini regionali per far ritorno al proprio domicilio o alla propria residenza, sempre provvisti di autocertificazione.