Immigrazione. Dopo l’ennesima tragedia in mare, l’affido internazionale per i MSNA non è più procrastinabile

L’ultima strage avvenuta nel Mediterraneo ripropone con drammatica urgenza la necessità di una legge chiara che regoli l’affidamento internazionale familiare, come da anni Ai.Bi. richiede

Ancora una tragedia. Ancora il mare Mediterraneo, il Mare nostrum, che da via verso la speranza diventa tomba di aspirazioni, possibilità, vite umane. Ancora un numero da aggiornare a ogni cadavere ripescato dalle acque, quasi dimenticando che ciascuna unità che si aggiunge è un’esistenza stroncata: di uomini, di donne e di bambini.

Una tragedia senza nomi che chiama alla responsabilità di tutti

Ancora non si conosce il numero esatto dei migranti morti nell’ultimo naufragio al largo delle coste libiche, così come non si sa con certezza quanti minori si trovassero a bordo dell’imbarcazione. Quello che si sa per certo, però, è che in ognuno di questi viaggi, che chiamano “della speranza”, e troppo spesso si trasformano in “della morte”, ci sono sempre anche dei minori non accompagnati.
Secondo l’ultimo Rapporto di Monitoraggio I minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Italia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiornato al 31 dicembre 2020, nel corso dello scorso anno “i MSNA che hanno fatto ingresso nel territorio italiano in seguito ad eventi di sbarco sono stati 4461, pari al 49,9% del totale dei rintracci sul territorio. La quota dei MSNA arrivati in Italia al 31 dicembre 2020 in seguito ad eventi di sbarco rappresenta all’incirca la metà del totale, caratterizzata, in termini assoluti dal valore minimo del mese di marzo (62 minori sbarcati) e il valore massimo registrato nel mese di luglio (844 minori sbarcati). Tuttavia, in termini relativi, nei mesi di luglio e novembre il peso relativo dei minori sbarcati ha superato il 60%”.

Allargando lo sguardo agli ultimi 10 anni, gli sbarchi hanno portato sulle coste italiane circa 117mila minori: sebbene non siano disponibili statistiche disaggregate per genere, si tratta in larga parte di ragazzi maschi, adolescenti tra i 14 e i 17 anni, spesso non accompagnati.

Al di là degli sbarchi, l’ultimo rapporto di marzo 2021 sulla presenza totale dei MSNA in Italia, i minori censiti sono 6.612, ospitati per la stragrande maggioranza in strutture di prima e seconda assistenza, e in minima parte da privati.

Chiaramente, questi sono i numeri dei minori che “ce l’hanno fatta”; che sono riusciti ad arrivare al di qua del Mediterraneo ancora in vita. Ma quanti sono quelli la cui vita è stata spezzata per sempre tra le onde?
D’altra parte per i minori una vera alternativa non c’è, perché i corridoi umanitari sono impraticabili, in quanto non esiste una legge che la quale si possa prendere in carico un minore non accompagnato.

L’urgenza di una legge per regolare l’affido familiare internazionale

Nella tragicità di viaggi spesso senza un domani, per i Minori stranieri non accompagnati Ai.Bi da tempo è impegnata al fine di sensibilizzare le istituzioni per colmare l’attuale vuoto normativo. Garantire una accoglienza familiare temporanea ai giovani che provengono da altri paesi in condizioni di gravi difficoltà o di conflitto, infatti, significa poter istituire per legge procedure adeguate che regolino l’affidamento familiare internazionale, attualmente inesistente.
Esso rappresenterebbe la base per definire corridoi umanitari attraverso cui le persone di minore età possano allontanarsi dal loro paese in tutta sicurezza, con dei progetti di vita garantiti, che accompagnino sia la relazione con la famiglia di origine, sia l’inclusione nei territori di arrivo.

Le procedure dovrebbero poter prevedere enti qualificati e riconosciuti da una autorità centrale, che possano operare nella tutela del superiore interesse del minore e della famiglia.
Si tratta di un percorso che vedrebbe una collaborazione interistituzionale, con una stretta convergenza di intenti tra Ministeri e terzo settore qualificato, con le famiglie italiane in prima linea.

Gli accordi bilaterali con i paesi di provenienza; una procedura chiara; tempistiche certe; progetti orientati allo studio, alla qualificazione, alla definizione di un progetto di vita… sarebbero così la base per far emergere la già esistente solidarietà italiana, troppo spesso sommersa da burocrazie e difficoltà che sprecano tanto capitale umano.

Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi: “Papa Francesco, ci ricorda che «Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo». Ma, oggi, esse risentono di una «perdita di quel senso della responsabilità fraterna su cui si basa ogni società civile». Alla luce della Pandemia che stiamo vivendo, non si può continuare a restare assurdamente ciechi rispetto a vie che possono e devono essere tracciate”.