“In 30 secondi la storia di un bambino ritrovato e salvato”: fino al 21 dicembre tv e radio danno voce alla Fame di Mamma dei neonati abbandonati

spot aibi

Un pugno nello stomaco di 30 secondi che inizia con una domanda: “Cosa vede un bambino appena nato?” “La mamma” dovrebbe essere la risposta per tutti i neonati. Non è così però per il bambino al centro dello spot “Occhi”realizzato dall’agenzia di comunicazione Havas, per la regia di Ago Panini, a sostegno della campagna Fame di Mamma di Amici dei Bambini. Il protagonista del filmato è idealmente uno dei 3mila minori che, ogni anno, in Italia vengono abbandonati. Molti di loro sono neonati. Un numero enorme reso ancora più drammatico dal fatto che, di questi, solo 400 in media vengono salvati. Degli altri non si sa più nulla o si ritrovano le loro tracce quando ormai è troppo tardi. Ovvero quando hanno perso la vita, morti di abbandono, o sono finiti nelle mani di trafficanti senza scrupoli. Per dire “basta!” a tutto questo Amici dei Bambini ha lanciato la campagna Fame di Mamma che, fino al 21 dicembre, si può sostenere con un Sms Solidale al numero 45 505. Un messaggio da 2 euro inviato dal cellulare o una chiamata da 2 o 5 euro effettuata da rete fissa possono contribuire a salvare la vita a un neonato abbandonato.

Lo spot pensato per le televisioni andrà in onda fino al 21 dicembre sulle reti Mediaset e La7 e su numerose altre emittenti nazionali e regionali. Il punto di vista non è quello del neonato che, aperti gli occhi per la prima volta sul mondo, vede la sua mamma. La prospettiva è quella del bambino abbandonato, gettato in un cassonetto da chi l’ha messo al mondo e subito, in preda alla disperazione, ha deciso di non tenerlo. Lì, in quel cassonetto, viene ritrovato da un netturbino che lo sente piangere. Ma lui è uno dei pochi neonati abbandonati “fortunati”, perché ritrovati in tempo, prima che l’abbandono, quarta emergenza mondiale, gli strappasse la vita.  Ma migliaia di altri bambini non hanno la possibilità di vedere il volto del loro salvatore, perché nessuno si accorge di loro, gettati in un cassonetto o lasciati ai bordi di una strada, nell’indifferenza generale. “Ognuno è papà o mamma, zio o nonno: ognuno ha un bambino in famiglia – dice il regista Ago Panini -. E se fosse tuo figlio o tuo nipote quello nel cassonetto?”

Con un punto di vista costantemente alternato, da quello “soggettivo” del neonato a quello “oggettivo” delle panoramiche, lo spettatore si identifica prima con il bambino alle prese con le prime luci che giungono ai suoi occhi, per poi vivere la drammatica scoperta. “Ed è proprio questo il momento in cui lo spettatore rimane di sasso – spiega il regista -: un ‘effetto sorpresa’ che lo mette di fronte alla triste e dura realtà. Tu sei quel neonato abbandonato, ma tu sei anche quel netturbino che lo ha trovato. Tu sei quello che può fare la differenza: quello che può salvare una vita”.

È una citazione di “Full Metal Jacket”, il film di Stanley Kubrick del 1987, lo spot per le radio in onda su decine di emittenti nazionali e locali, tra cui R101 e Primaradio. Un fantomatico gruppo di marines intona un’energica “ninna nanna” per un bambino abbandonato e ritrovato, di cui i militari si stanno prendendo cura. Ironia e sensibilizzazione di incontrano perfettamente per dire, in 30 secondi, che l’abbandono è una piaga a cui ognuno di noi deve dire “basta!”. Un “basta!” che costa solo pochi spiccioli e permette di salvare la vita a tanti di quei 3mila bambini che ogni hanno rischiano di non avere un futuro.

 

Fonte: Universomamma