Kenya: Abbandono e adozione in Kenya: c’è ancora della strada da fare

Nei giorni scorsi il caso di Baby Malaika ha sconvolto il Kenya: questa piccola neonata è stata abbandonata in un campo dove è stata vittima di diversi attacchi da parte di cani randagi. È stata trovata appena in tempo da un passante che immediatamente l’ha portata all’ospedale più vicino dove, grazie alle cure a cui è stata sottoposta, ad una amputazione agli arti e ad una plastica facciale, è riuscita a sopravvivere.

Il caso della piccola Baby Malaika ha riportato in primo piano in questo paese il tema dell’abbandono dei minori e delle adozioni.

I casi in cui i minori vengono lasciati in mezzo a una strada senza nessuna assistenza sono molto frequenti in Kenya, soprattutto per quanto riguarda i bambini con bisogni speciali. Rappresenta una vera e propria piaga. Molto spesso sono gli stessi genitori, i padri in numero maggiore, che si presentano dalla polizia o negli istituti per dichiarare di aver trovato il minore abbandonato, nascondendo il loro ruolo. Sono altresì frequenti i casi di abbandono recidivo: bambini cioè che dopo una permanenza più o meno lunga in un istituto e dopo essere stati reintegrati in famiglia vengono di nuovo “persi”.

Molti attribuiscono le colpe di questi numeri in continuo aumento anche a una legge poco chiara e rigidamente proibitiva nei confronti dell’aborto, affiancata a una quantità in aumento di gravidanze non desiderate; queste ultime sono per di più figlie di rapporti prematrimoniali o di violenze esercitate sulle donne. Inoltre, come spesso accade, la scarsa conoscenza della popolazione locale riguardo i canali di assistenza ai genitori e ai bambini presenti sul territorio non fa che incrementare il fenomeno dell’abbandono.

La poca conoscenza e diffusione di informazioni è anche complice dello scarso interesse che pare riscuotere l’adozione. In molti si stanno impegnando per rendere questa pratica più comune, innanzitutto perchè, contrariamente a quanto si pensa, è semplice, chiara ed accessibile.

La legge che disciplina le adozioni, il Children’s Act No 8 del 2001 e la firma della Convenzione dell’Aja  sull’adozione, alla quale ha preso parte anche il Kenya, hanno reso il processo più semplice.

La procedura può essere intrapresa da qualsiasi persona single o coppia di almeno 25 anni che abbia minimo 21 anni di differenza con il minore. Se una donna sola decide di adottare, a parte casi eccezionali, le verrà abbinata necessariamente una bambina.

Il costo risulta essere anche abbastanza contenuto, si stima intorno a 8.000/ 12.000 KSh e il processo di adozione tendenzialmente ha una durata relativamente breve di circa 6 mesi.

Durante l’iter adottivo vengono inoltre presentate delle associazioni, come la Adopter Parents’ Association, da contattare quando il processo per l’adozione sarà giunto al termine. Queste sono gruppi di supporto attraverso i quali i genitori possono trovare un appoggio nella fase post-adozione e in tutte le difficoltà che questa comporta mentre i bambini possono entrare a far parte di un gruppo  che li porti a condividere le loro esperienze e ad incoraggiarsi a vicenda.

Non sembrano esserci particolari ostacoli all’adozione ma non si può negare che la sfida più grande rimanga l’ignoranza attorno alle procedure di adozione oltre che un pregiudizio ancora abbastanza forte incrementato dai vari taboo imposti dalle culture locali.