Kenya: dove i bambini giocano fra gli escrementi

kenya spazzatura

Con queste belle giornate di sole, cosa facciamo con i nostri figli? Li accompagniamo al parco per far loro respirare aria pulita, per portarli in mezzo al verde. E i bambini si divertono con poco, correndo qua e là, salendo sull’altalena, scendendo dallo scivolo, o ancora giocando a pallone. E quando, per sbaglio, si avvicinano ai bisogni dei cani, siamo sempre pronti ad allontanarli.

 

Nelle baraccopoli di Mathare, invece, i bimbi sono molto meno fortunati. E purtroppo non hanno nulla con cui giocare se non proprio con gli escrementi, non quelli degli animali, ma quelli che i poveri mettono nei sacchettini di plastica per risparmiare sui bagni pubblici troppo onerosi.

 

Noi le chiamiamo toilette volanti. Visto che i bagni pubblici non ci sono o sono troppo costosi, anziché pagare per usarli, ricorriamo a una busta di plastica che poi buttiamo in strada” ha detto Mama Annah, un residente di Mathare, a IRIN (Integrated Regional Information Networks). “Non abbiamo alternative”. La strada è un’enorme discarica a cielo aperto ed è anche l’unico posto dove i bambini vanno a giocare: di qui l’enorme problema di salute pubblica.

 

Oggi sono almeno 100 milioni le persone che in Africa orientale non hanno accesso a servizi igienici adeguati, secondo fonti delle Nazioni Unite.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva calcolato già, nel 2006, che queste “toillette volanti” erano l’unica pratica “igienica” disponibile per il 33 per cento della popolazione in Africa orientale. La mancanza di accesso a servizi igienici adeguati, compresa l’acqua pulita, è una delle principali cause di diarrea, la seconda più grande causa di mortalità infantile nei paesi in via di sviluppo, secondo UNICEF.

 

Molti abitanti delle baraccopoli nelle città dell’Africa orientale pagano da cinque a sette volte di più per un litro di acqua rispetto alla media del Nord America, rileva l’OMS. Ed è ovvio, quindi, che a rimetterci siano le fasce di popolazione più vulnerabili e i più poveri: fra loro, sono soprattutto le donne e i bambini a soffrire.

 

Quale soluzione si potrebbe pensare?

 

Gli abitanti dei quartieri poveri spesso non possiedono la terra su cui vivono e sono costantemente a rischio di sfratto. Negli slum di Huruma, sempre a Nairobi, Akiba Mashinani Trust ha aiutato i residenti ad ottenere un terreno negoziando con il governo e il consiglio comunale.Se si ha della terra, si hanno più prospettive e quindi maggiore voglia di investire in qualche miglioria igienica“, ha detto Edith Kalela, un responsabile della comunicazione di Akiba Mashinani Trust.

 

Aiutiamo queste persone a costruire case che siano autonome. Investiamo anche nell’edificazione di servizi igienici pubblici, ma ci sono oltre 200.000 famiglie: impossibile rispondere ai bisogni di tutti“.

 

KENSUP, il programma Miglioramento degli Slum in Kenya, ha recentemente portato a termine un progetto di bonifica nello slum di Kibera, consegnando sette impianti di acqua igienico-sanitari per i gruppi della comunità. Ma la strada per risolvere l’emergenza è appena cominciata.