Kosovo: un Paese senza bambini in istituto

kosovo_affidoMaggio è il mese dell’affido familiare in Kosovo.

All’inizio del mese, infatti, è iniziata una campagna di sensibilizzazione diffusa attraverso giornali, radio, TV e internet, per informare e coinvolgere le famiglie kosovare sulla fantastica forma di accoglienza temporanea che è l’affido. Molti, infatti, sono i minori che hanno bisogno di ritrovare, almeno finché la loro situazione non si sarà stabilizzata, una dimensione familiare in cui crescere.

In mancanza della propria famiglia biologica, e in attesa – ci si augura al più presto – di quella adottiva, i bambini hanno urgenza di vivere una quotidianità fatta di calore umano e di normalità. Ecco perché l’Associazione Amici dei Bambini ha avviato, già da dicembre 2011, il progetto AID 9497 “Rafforzamento dei servizi in favore dei minori in carico ai Centres of Social Work del Kosovo per motivi familiari”, strutturato in 3 annualità. Il progetto, al suo secondo anno, prevede il rafforzamento dei servizi sociali in Kosovo che si occupano di minori fuori famiglia, con particolare attenzione ai minori in affido etero ed intra familiare.

Il programma fornisce strumenti di conoscenza dei minori in affido e della gestione dei casi rivolti anche agli insegnanti delle scuole e agli operatori sanitari che operano nelle varie Municipalità. L’obiettivo è quello di creare un sistema di rete che offra tutti i servizi possibili ai minori fuori famiglia e che dia un supporto tecnico sia alle famiglie affidatarie che a quelle biologiche.

Il progetto prevede sia il sostegno alla Casa Famiglia Laura Scotti, sia l’apertura di un Centro Servizi alle Famiglie, a Pristina e a Fushe Kosovo/Kosovo Polje, dove siano offerti servizi di consulenza psicologica, educativa e sociale alle famiglie affidatarie, biologiche e ai minori.

Ai.Bi. è riuscita a realizzare questo piano grazie anche al contributo del Ministero Affari Esteri italiano (che lo ha co-finanziato al 50%) e ai partner di progetto kosovari che sono 3: il Ministero del Welfare, quello della Sanità e quello dell’Educazione. Oltre a loro, il progetto ha avuto grande supporto da varie organizzazioni rappresentanti la società civile, i giovani e le famiglie affidatarie.

 

Fonte: kk.rks-gov.net