L’Italia ignora la ratifica della Convenzione de l’Aja del 1996. Ancora irrisolta la questione kafala

L’Italia è in ritardo nella ratifica della Convenzione dell’Aja del 1996. Sono passati quasi 20 giorni dalla scadenza fissata dal Consiglio d’Europa entro la quale l’Italia avrebbe dovuto ratificare il testo della Convenzione: un importante strumento non solo per migliorare la cooperazione tra Stati in materia di misure di protezione per l’infanzia, ma anche per regolamentare la kafala (il più importante strumento di tutela dei minori provenienti dai Paesi del Nord Africa) negli ordinamenti dei Paesi europei che ancora non l’hanno riconosciuta.

L’Italia è infatti uno dei Paesi europei che non solo non ha rispettato il termine previsto per la ratifica di tale Convenzione, ma è anche stata sollecitata dalle istituzioni europee a prendere le misure necessarie per ratificarne il testo. Oltre all’Italia anche Austria, Belgio, Lussemburgo, Grecia e Regno Unito, Svezia e Malta compaiono nell’elenco dei Paesi che non hanno ancora ratificato la Convenzione.

Si tratta di una Convenzione che intende far dialogare l’autorità giudiziaria competente in materia di infanzia del Paese di origine del minore con le autorità dello stato in cui il minore avrà la residenza. Rispetto alla kafala, che viene prevista agli articoli 3 e 33 del testo, la Convenzione avrebbe quindi l’importante effetto di favorire il coordinamento fra autorità italiana e autorità dei Paesi Nord Africani rispetto ai provvedimenti di kafala dei minori che avrebbero la residenza in Italia. (articolo 33 “Quando l’autorità competente prospetta il collocamento del minore in una famiglia di accoglienza o in un istituto, o la sua assistenza legale tramite kafala o istituto analogo, e quando tale collocamento o assistenza avverrà in un altro Stato contraente, essa consulterà preliminarmente l’autorità centrale o un’altra autorità competente di quest’ultimo Stato. A tal fine comunicherà un rapporto sul minore e i motivi della sua proposta di collocamento o assistenza.”)