“La maladozione, Consolato Italiano di Belo Horizonte (Brasile): scoppiare in lacrime per un visto di adozione

Gli uffici consolari italiani all’estero collaborano, per quanto di competenza, con l’ente autorizzato per il buon esito della procedura di adozione”. Questo è quanto previsto dall’ l’Art. 32 comma 4 della legge n. 184/1983 e successive modifiche.

Ebbene, la legge prevede che un nuovo cittadino italiano che entra in Italia dovrebbe essere salutato con gioia dai funzionari del nostro Consolato emettendo il visto di ingresso in Italia nei tempi più celeri possibili, specialmente in un Paese come il Brasile dove la coppia è costretta a una lunga permanenza che si aggira normalmente intorno ai 2 mesi e dove, infatti, nella nostra esperienza il visto viene normalmente ottenuto in 48 ore.

Ma questo non avviene nel nostro Consolato di Belo Horizonte dove i burocrati hanno strutturato un rigido sistema di aperture che prevede il rilascio dei visti di ingresso in Italia esclusivamente il martedì e il giovedì nella ristretta finestra mattutina dalle 9 alle 12, 6 ore a settimana.

E così una nostra coppia che si è presentata giovedì scorso per il rilascio di un banale visto si è sentita dire che questo sarebbe stato fornito loro solo nella giornata di martedì, ben 5 giorni più tardi.

I nostri neo-genitori hanno naturalmente provato grande frustrazione e dispiacere, ansiosi com’erano di tornare finalmente in Italia con il loro bambino, tanto da scoppiare in lacrime provati dal lungo e complesso iter burocratico che pensavano finalmente finito e che invece, ancora, si è prolungato.

L’algido e indisponente funzionario del Consolato non ha però mostrato alcuna comprensione rispondendo che il Consolato avrebbe a disposizione da Regolamento 10 giorni di tempo per un adempimento così banale e affermando quindi di essere ampiamente nei tempi.

Eppure basterebbe poco per supportare realmente le coppie, sarebbe sufficiente un po’ di buona volontà e un minimo di collaborazione tra funzionari del Consolato così che, nel caso specifico, chi presidia l’apertura al pubblico del venerdì facesse un piccolo sforzo per offrire celermente il visto senza imporre un’ulteriore permanenza con i costi economici e psicologici che questo comporta.