L’estate di bambini e ragazzi negli oratori? Arrivano le linee guida della CEI

Si basano sul progetto “Aperto per ferie” che era stato pubblicato in precedenza. C’è il concetto di “oratorio arcipelago”

L’estate di bambini e ragazzi negli oratori? Arrivano le linee guida: è infatti online dalla giornata di lunedì il sito “Aperto per ferie”, uno spazio digitale curato dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI – Conferenza episcopale italiana, che offre materiale a sostegno delle iniziative estive organizzate da oratori e parrocchie. L’iniziativa riprende quanto era stato previsto nel progetto “Aperto per ferie”, che era stato pubblicato poche settimane fa in collaborazione con numerose associazioni, reinterpretandolo alla luce di quanto stabilito dal Dipartimento per le politiche della famiglia nelle “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid 19”.

L’estate 2020 dei bambini negli oratori: valutare le diverse possibilità nei propri territori

Il suggerimento è quello di “valutare le diverse possibilità nei propri territori, tenendo aperto il dialogo con le istituzioni ecclesiali e civili” in merito alle iniziative da organizzare. Già, ma quali sono le indicazioni? Le illustra il quotidiano Avvenire: “primo fra tutti la necessità di rispettare in modo scrupoloso i protocolli di sicurezza sanitaria e la responsabilità dei Comuni, a cui spetta autorizzare i progetti ‘in accordo con le autorità sanitarie’. Per alcuni, come nota il responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile don Michele Falabretti, la collaborazione con i Comuni rappresenta una novità e si trovano ‘sollecitati per la prima volta a un lavoro di rete con il territorio’. Il secondo punto chiaro è la possibilità di vivere le attività solo in piccoli gruppi (da 5 a 10 ragazzi in base all’età), imponendo quindi una rotazione nell’utilizzo di spazi e orari, oltre che la ricerca anche di altri luoghi diversi da quelli consueti per gli oratori: ‘Questo spiega il documento CEI rimanda all’idea di oratorio arcipelago’. Ad accompagare i ragazzi, poi, dovranno essere gli adulti, che, secondo il governo, potranno essere volontari (come da tradizione dell’oratorio) ma sempre ‘opportunamente formati’. Non va dimenticata, inoltre, la sfida di integrare i ragazzi con disabilità, valutando le modalità di caso in caso. Per le gite e le escursioni la Cei propone due formule ‘tradizionali’ ma adatte anche in questo momento: le uscite in bicicletta o i cammini a piedi. Punto delicato è quello relativo alla certificazione delle attività che dovrà essere fatta dai Comuni e che prevede l’impiego di materiali (mascherine, guanti, prodotti per l’igienizzazione e il triage), che faranno lievitare i costi ‘ma che possono essere coperti dai fondi messi a disposizione dal governo'”.
“Alla luce delle Linee guida del Governo, – prosegue Avvenire – la Pastorale giovanile rilegge quindi le tre fasi proposte per il progetto ‘Aperto per ferie’. A partire dalla ‘fase O’: la formazione dei gruppi e degli animatori. Il primo suggerimento è quello di individuare la figura di un responsabile del protocollo di sicurezza e di attrezzare la segreteria perché gestisca iscrizioni, orari e comunicazioni alla luce dei protocolli previsti. Altro punto fondamentale è poi la questione degli animatori adolescenti che da sempre ‘attraverso il servizio e l’assunzione di responsabilità’ hanno ‘un’opportunità di crescita straordinaria’. Poiché le Linee guida impongono la rigida divisione per fasce d’età, l’invito è di aprire il dialogo con le Regioni sullo specifico ruolo degli adolescenti negli oratori. Per quanto riguarda la ‘fase 1’, che era stata tutta pensata a distanza tramite il web, è chiaro che è possibile una ‘rimodulazione’ ma la tecnologia sarà comunque preziosa per uscire dai piccoli gruppi previsti e creare un senso di comunità più allargato, ingrediente fondamentale delle iniziative estive. Inoltre ‘l’esperienza dell’estate va considerata anche come un laboratorio che alzi le competenze e le renda adatte all’iniziazione cristiana in tempo di pandemia’, con ‘un uso più sapiente della tecnologia’ anche in vista della ripresa della catechesi in autunno. Sulla ‘fase 2’, poi, il richiamo forte è alla corretta applicazione dei protocolli di sicurezza, a partire dalla consapevolezza della fragilità che il virus ha fatto emergere con forza. Non si tratta solo di una questione legale (la corretta applicazione delle Linee guida mette al riparo da una pesante responsabilità penale in caso di contagio), ma di una sfida per le comunità del futuro, chiamate a partire dalle attuali contingenze a ‘una responsabilità condivisa’ e a un ‘affidamento condiviso’. Si tratta anche di un impegno nei confronti delle famiglie, che chiederanno di offrire ai loro figli un ambiente sicuro. Il documento si chiude sottolineando l’opportunità di ‘attivare reti intraecclesiali ed extraecclesiali’, ma anche di curare sempre di più l’oratorio come ‘luogo di formazione alla vita, attraverso il protagonismo dei ragazzi'”.