Ma su quell’aereo avrebbero dovuto esserci anche i nostri figli

Bambini-Congo350Purtroppo sette coppie che hanno intrapreso il cammino adottivo con l’Associazione Amici dei Bambini, e che erano comprese nella famosa lista dei ” 55″, cioè di coloro che avevano chiusa l’adozione prima del 23 settembre 2013, sono ancora in attesa di abbracciare i loro figli, rimasti in Congo. Così si sono appellate al premier Renzi perché finisca ciò che ha iniziato.

Gli abbracci che si sono scambiati genitori e figli all’aeroporto di Ciampino ieri mattina resteranno indelebili nei cuori di chi ha vissuto quell’esperienza, così ricca di sofferenza e di gioia. Una storia edificante per chi l’ha vissuta da fuori, che rimarrà impressa nella memoria a lungo. Nel’urlo di gioia dei bambini, alla vista dei loro genitori, nelle mani alzate delle mamme e dei papà in segno di saluto sulla pista di atterraggio, protese quasi a superare le lamiere dell’aereo che ancora li divideva per pochi istanti, abbiamo rivisto un desiderio di accoglienza che ci distingue e ci identifica come esseri umani.

Un desiderio che purtroppo resta ancora tale per molte coppie. Come le sette coppie che hanno intrapreso il cammino adottivo con l’Associazione Amici dei Bambini, ancora in attesa di abbracciare i loro figli, rimasti in Congo. Sono coppie con gli stessi diritti di quelle che hanno portato a casa i bambini ieri, con gli stessi documenti validi e con lo stesso ardente desiderio di accoglienza, che per colpe non loro non hanno potuto riabbracciare i loro figli. Per questo richiamano l’attenzione del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché si impegni a finire il lavoro iniziato.

 Gabriele e Daniela si sono rivolte così al Premier: “Ci appelliamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi perché sappiamo che è padre, dunque sa cosa vuol dire avere dei figli, amarli e desiderare il loro bene”. “Avremmo già dovuto essere insieme a nostro figlio, – proseguono – mentre per una serie di circostanze incredibili non è successo”. Poi la richiesta finale: “Chiediamo di non lasciarci soli e soprattutto di non lasciare solo nostro figlio che è ancora in Congo.”

 Molto sentita la testimonianza del papà adottivo Sabino: “Ho sentito ieri sera l’intervista del Presidente Griffini a Zapping su Radio Rai Uno. Come ha detto Griffini noi siamo tra le coppie con tutte le carte in regola per partire, invece non siamo potuti partire. Siamo felici per le 24 coppie che hanno portato a casa i loro bambini, ma abbiamo svolto lo stesso iter di queste 24 coppie. Dovevamo partire anche noi con loro.”Pensiamo soprattutto ai nostri figli, – prosegue Sabino – che erano già stati preparati alla partenza nel mese di novembre. Alla notizia che saremmo scesi a prenderlo, nostro figlio era impaziente e non vedeva l’ora di vederci. Questo è causa di sofferenza. Eravamo già in possesso dei visti per poter scendere in Congo.”Chiediamo a Renzi – termina il papà adottivo – lo stesso impegno, per non subire ingiuste differenze di trattamento.”

 Non trattiene la commozione Rosario: ”Come è vero che sono tornati 31 bambini  in Italia, è altrettanto vero che quei 31 bambini sono la punta di un iceberg di una base sommersa alla quale bisogna dare delle risposte e soprattutto delle soluzioni. Noi stiamo penando da un anno e mezzo sperando che dalla scaletta di un aereo scendano anche i nostri bambini”. Poi conclude con un breve, accorato appello: “Premier Renzi, non si dimentichi di noi”.

 Sara e Paolo esprimono così la loro sofferenza: “Presidente Renzi, la nostra attesa è penosa e difficile, ed è iniziata a novembre dell’anno scorso e non riusciamo a vederne la conclusione. Le chiediamo, Signor Presidente, di proseguire negli sforzi che i vari attori istituzionali coinvolti hanno finora messo in campo, perché anche nostro figlio ha diritto di essere accolto dalla sua famiglia.”

 Umberto non nasconde la frustrazione di un’attesa snervante: “Siamo felici per le famiglie che hanno ritrovato i loro bimbi, ma per noi ieri è stata una giornata drammatica. Non riusciamo a gioire più di dieci minuti, perché poi pensiamo che il nostro bambino è ancora in Congo e non possiamo andarlo a prendere. Credo che questo sia lo stato d’animo anche delle altre coppie nelle nostre stesse condizioni.” E chiede al premier uno sforzo ulteriore: ”Renzi si è interessato molto a questa vicenda, gli chiediamo di fare un passo in più per i nostri bambini”.

Anche Daniela e Roberto chiedono l’impegno del premier: “Presidente Renzi, siamo una delle coppie bloccate prima della partenza per la Repubblica Democratica del Congo nel novembre 2013. Nostro figlio ci aspetta da allora. Presidente Renzi, grazie per l’impegno profuso finora. Continuate così per consentire anche al nostro bambino di venire presto a casa”.

 Alessandro e Barbara ringraziano  il Presidente Renzi per il lavoro svolto fino ad oggi e proseguono: “Nostra figlia ci aspetta in Congo da novembre dello scorso anno. Le chiediamo lo stesso impegno profuso per le 24 coppie, per consentire anche a noi di abbracciare finalmente nostra figlia”.