Per contrastare la malaria, il Kenya introduce zanzare geneticamente modificate

Tecnologie avanzate e collaborazioni internazionali per fermare la diffusione della malaria. È il progetto innovativo del Kemri e dell’Imperial College di Londra per ridurre la popolazione di Aedes aegypti principale vettore della malattia nel Paese

Il Kenya è pronto a lanciare un’iniziativa innovativa per combattere la malaria: l’introduzione di zanzare geneticamente modificate.

Una collaborazione internazionale

Questa mossa, annunciata il 16 luglio 2024 dal Kenya Medical Research Institute (Kemri) in collaborazione con l’Imperial College di Londra, mira a fermare la diffusione della specie di zanzara Aedes aegypti, principale vettore della malaria nel Paese.
Martin Bundi, vicedirettore ad interim della ricerca e dello sviluppo presso Kemri, ha enfatizzato l’urgenza di sfruttare tecnologie avanzate per affrontare questa crisi sanitaria.
Le zanzare geneticamente modificate, sviluppate dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, portano due geni specifici: un gene autolimitante che impedisce alla prole femminile di raggiungere l’età adulta e un gene marcatore fluorescente, che permette ai ricercatori di identificare facilmente le zanzare modificate sotto una speciale luce rossa.
Queste caratteristiche innovative consentono un controllo preciso e mirato delle popolazioni di zanzare.

Zanzare prodotte in laboratorio e uova con geni modificati

Il processo prevede che le zanzare prodotte in laboratorio depongano uova contenenti i geni modificati. Queste uova vengono rilasciate in aree specifiche, dove, una volta schiuse, le zanzare adulte si accoppiano con le femmine selvatiche, trasmettendo i geni alla prole. L’obiettivo è ridurre significativamente il numero di zanzare Aedes aegypti, diminuendo così la trasmissione della malaria.
Gli esperti dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) sostengono che il rilascio prolungato di queste zanzare geneticamente modificate possa ridurre notevolmente la popolazione di zanzare vettori della malaria, abbassando il rischio di epidemie. Questo approccio rappresenta una svolta promettente nella lotta contro una delle malattie più mortali al mondo.

[Fonte: Africa Rivista]

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