Mancata ratifica convenzione Aja: l’Italia sarà denunciata alla Corte di Giustizia Europea

comm2“La probabile  denuncia dell’Italia da parte della Commissione Europea in seguito alla mancata ratifica della Convenzione internazionale dell’Aja sulla protezione dei minori, ci fa vergognare di essere cittadini italiani. Un comportamento assurdo, per chi come noi , da 30 anni lotta a difesa dei diritti dei minori.” ha dichiarato Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.

“Il nostro paese,- prosegue Griffini-  come membro storico dell’Unione Europea, vanta una tradizione giuridica consolidata in materia di diritti dell’infanzia. Questa convenzione, se applicata, permetterà di togliere da un limbo migliaia di minori in difficoltà familiare. Che fine ha fatto l’Italia?”.

La Commissione considera questa Convenzione estremamente importante per la protezione dei diritti dei minori nelle situazioni di “custodia” di tipo internazionale e che coinvolgono più Stati. E’ l’unico trattato che si applica alla quasi totalità dei provvedimenti  di protezione dei minori, creato per contribuire a fondare uno spazio giudiziario comune. Uno strumento che, se applicato, permetterebbe di dare risposta a un’infinità di situazioni irrisolte in cui si trovano oggi migliaia di bambini in difficoltà familiare: minori  in custodia, tutela e affidamento che si trasferiscono da un paese a un altro con chi ne ha la responsabilità, bambini che provengono da Paesi colpiti da catastrofi naturali o eventi bellici, minori in kafala (strumento di tutela dell’infanzia dei Paesi del Nord Africa), minori in difficoltà familiare che  non sono ancora stati adottati.

Il termine entro il quale l’Italia e altri otto Paesi (Austria, Belgio, Gran Bretagna, Grecia, Lussemburgo, Spagna, Svezia e Malta) avrebbero dovuto ratificare la Convenzione era stato fissato dal Consiglio dell’Unione Europea al 5 giugno 2010. La Direzione Generale JLS della Commissione Europea, il 24 giugno aveva sollecitato i Paesi non ratificanti affinché provvedessero alla ratifica della Convenzione , ricordando che la decisione del Consiglio è giuridicamente vincolante.

L’incontro tecnico svoltosi ieri a Bruxelles ha confermato l’avanzamento dei lavori di ratifica da parte di Paesi come Spagna e Regno Unito, mentre l’Italia non è stata in grado di garantire né i tempi né la volontà stessa di provvedere alla ratifica.

Se la Commissione Europea costaterà effettivamente una inerzia da parte degli Stati membri oppure la mancanza di volontà di procedere alla ratifica, potrà provvedere anche in riferimento all’art. 258 TFEU (trattato di Lisbona) attivando una procedura di infrazione contro la violazione dei trattati che prevede una fase giudiziale dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e che potrebbe comportare una sanzione pecuniaria per il mancato rispetto del diritto comunitario.