Migranti, la strage silenziosa dei bambini: “700 morti in mare nel 2015”

vittime sbarchiSono 232 milioni i minori costretti a vivere in zone coinvolte da conflitti armati. Circa 250mila sono i bambini-soldato, obbligati a prendere le armi, a uccidere e a rischiare in ogni momento di essere ammazzati. Per molti di loro, l’unica speranza di sopravvivere è arrivare in Europa. Ma tanti di questi bambini trovano la morte proprio nel momento in cui viaggiano verso una nuova vita. Annegando in quel Mediterraneo che sta diventando ogni giorno di più la tomba di migliaia di bambini e adolescenti.

I dati diffusi dalla Fondazione Migrantes sono drammatici. In un solo anno il numero dei migranti morti nel Mediterraneo è più che raddoppiato, passando dai 1600 del 2014 agli oltre 3200 del 2015.

E di questi più di 700 sono bambini.

Anche le cronache di inizio dicembre sono piene di tragedie del mare. Dopo i 10 bambini afghani e siriani annegati al largo della Turchia tra il 7 e l’8 dicembre, poche ore dopo la stessa sorte è toccata ad altri bambini che hanno perso la vita al largo dell’isola greca di Farmakonissi, sempre nel mar Egeo.

Forti le parole di monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, che definisce la morte di così tanti bambini nelle acque del Mediterraneo “una vergogna che pesa sulla coscienza europea”. Quell’Europa che, secondo monsignor Perego, “trova sempre risorse per bombardare, ma non per salvare vite innocenti”.

Perego denuncia in particolare il sistema di accoglienza del nostro Paese, che “sembra affidarsi ancora una volta a centri chiusi, gli ‘hotspots’, come dimostra il Centro di accoglienza di Lampedusa: più di 20mila persone arrivate al porto e trasferite al Centro, chiuso a ogni ingresso e uscita”.

Allo stesso tempo, però, aumenta l’accoglienza nelle strutture ecclesiali, nelle parrocchie e nelle famiglie, sulla scorta anche dell’appello di papa Francesco del 6 settembre. “Un’accoglienza diffusa, costruita insieme, senza conflittualità, che aiuta a conoscere volti e storie di sofferenza e a costruire percorsi e progetti di cooperazione internazionale”, come la definisce monsignor Perego.

È questa la giusta accoglienza che anche Amici dei Bambini, con la sua campagna Bambini in Alto Mare, promuove ormai da più di due anni. Un’accoglienza che, attraverso l’affido familiare, conduca i minori stranieri non accompagnati e le mamme sole con bambini nel loro percorso di inserimento e di integrazione. E che, attraverso la creazione di piccole comunità per famiglie migranti, grazie anche al contributo di tanti volontari, riesca a salvaguardare la dimensione familiare e genitoriale di chi arriva nel nostro Paese in cerca di protezione. Tutto ciò rientra nel progetto Non lasciamoli soli che si può supportare con un Sostegno a Distanza: un piccolo gesto concreto per una vera accoglienza giusta.

 

Fonte: Today