Mar Egeo. La quotidiana strage degli innocenti non si ferma: 10 bambini profughi annegati in due giorni

bambina profugaIl futuro dell’umanità annega alle porte dell’Europa. L’immagine dei piccolo Aylan, bambino siriano di 3 anni annegato e rinvenuto senza vita su una spiaggia turca, fece il giro del mondo e suscitò sdegno e lacrime. Era l’inizio di settembre. Da allora lo sdegno si è affievolito e le lacrime si sono asciugate. Ma i piccoli profughi continuano a morire.

Tra domenica 6 e lunedì 7 dicembre è toccato a 6 bambini afghani, tra cui un neonato, che hanno perso la vita nelle acque del mare Egeo. Nelle stesse ore il corpicino di una bambina di 5 anni è stato ritrovato su una spiaggia. Si tratta di Sajida Ali, siriana, vittima di un naufragio avvenuto nella prima settimana di dicembre, nel quale sarebbero morti altri 6 piccoli profughi. Ma quello di Sajida è l’unico corpo che fino a questo momento il mare ha restituito, con i suoi pantaloni viola e le scarpette nere con i lacci rossi.

Il barcone su cui viaggiavano i 6 piccoli annegati tra domenica e lunedì si è rovesciato al largo della città turca di Smirne, mentre cercava di raggiungere la Grecia con un numero imprecisato di persone a bordo. La Guardia costiera turca che ha recuperato i 6 corpicini ha portato in salvo altri 8 migranti, tra cui un ragazzino di 12 anni.

Con l’inizio dell’inverno, le condizioni meteo rendono sempre più proibitive anche le brevi traversate dalla Turchia alle isole greche. E i numeri di questa strage degli innocenti crescono di giorno in giorno. Da settembre sono più di 100 i bambini morti in mare al largo della Grecia o dell’Italia. Dall’inizio del 2015 il numero complessivo dei migranti morti nel Mediterraneo sono almeno 3500: una media di più di 10 al giorno. “Serve un corridoio umanitario, o questo inverno conteremo i morti”, ha avvertito l’8 dicembre la presidente della Camera Laura Boldrini rivolgendosi agli europarlamentari italiani.

Per tanti piccoli migranti, tuttavia, non è solo il mare a mettere a rischio la loro vita. Quelli che viaggiano da soli, senza adulti di riferimento, anche una volta giunti a destinazione non possono considerarsi al sicuro. Molti di loro fanno perdere le proprie tracce, finendo probabilmente nel tunnel dello sfruttamento, dell’illegalità e del traffico di esseri umani. Spesso vengono collocati nei grandi centri di accoglienza in cui le condizioni di vita non sono certo adatte a un minore. Per loro, l’unica forma di accoglienza giusta è quella in famiglia. Per questo, Amici dei Bambini, con il suo progetto Non lasciamoli soli nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare, promuove l’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati: un appello a cui hanno già risposto più di 2mila famiglie in tutta Italia. Drammatica è anche la situazione delle famiglie di migranti con bambini che arrivano nel nostro Paese: Ai.Bi. promuove la realizzazione di piccole comunità per nuclei familiari di migranti, in cui vengano salvaguardate la dimensione domestica e le relazioni genitoriali e venga restituita la speranza a queste persone provenienti dai luoghi più tormentati del mondo.

 

Fonti: Avvenire, La Repubblica