progetti volontariato città metropolitana

Milano, richiedenti asilo. Rapporto NAGA: l’accoglienza innovativa del ‘sistema Ai.Bi.’

Presentata l’indagine ‘(Stra)ordinaria accoglienza’: le aspettative per il progetto migratorio dei richiedenti accolti nei Centri di Accoglienza Speciale e le misure organizzative ritenute più efficaci e ‘innovative’ per l’autonomia dei profughi

progetti volontariato città metropolitanaUn’accoglienza davvero ‘straordinaria’: è quella appena presentata dall’associazione milanese NAGA, che dal 1987 nel capoluogo promuove e tutela i diritti dei cittadini stranieri e dal 2001 offre supporto nella procedura di riconoscimento dello status di rifugiato, proponendo un processo non medicalizzato di cura delle ferite invisibili lasciate da tortura e persecuzione, attraverso attività formative e socializzanti.

L’indagine sulle strutture di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo

La conferenza è stata l’occasione per rendere pubblico il rapporto dell’indagine sulle strutture di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati della provincia di Milano. L’approfondimento ha voluto sviluppare soprattutto due temi: da un lato, le aspettative future e il progetto migratorio dei richiedenti asilo accolti nei CAS (Centri Accoglienza Speciale); dall’altro l’analisi del sistema di accoglienza straordinaria dalla prospettiva interna degli operatori. Nell’occasione, è stato messo in luce come il sistema di accoglienza si sia evoluto in questi ultimi due anni. Sono aumentati gli enti gestori, ma la tendenza è quella di accogliere in piccole strutture o appartamenti, nell’ottica di ciò che passa sotto il nome di ‘accoglienza diffusa‘. Le visite dei rappresentanti del NAGA presso i CAS aderenti hanno evidenziato come vi siano, nell’area metropolitana, enti gestori maturi e preparati.

Sviluppo di autonomia e capacità d’integrazione le ‘armi’ per servizi più efficaci

In particolare, il rapporto evidenzia come le tendenze nettamente innovative oggi siano rappresentate da soluzioni di accoglienza di enti gestori che “hanno elaborato un’organizzazione estremamente efficace, non solo garantendo tutti i servizi previsti dalla Prefettura, ma permettendo di sviluppare il senso di autonomia degli ospiti, elemento che dovrebbe essere centrale in un sistema di accoglienza. Per realizzare questo obiettivo, il richiedente in arrivo viene inizialmente ospitato in una struttura di medie dimensioni (tendenzialmente tra i 25 e 50 accolti) per poi essere trasferito in appartamenti, nel momento in cui l’ente ritiene che abbia acquisito buona capacità di integrazione sul territorio e di autonomia rispetto ai propri bisogni. Fondamentale è il lavoro svolto dall’ente gestore nella fase in cui il richiedente è accolto nella struttura più grande”.

AiBi all’avanguardia nell’offerta di accoglienza ‘diffusa’

L’accoglienza offerta da AiBi, in questo senso – sottolinea Diego Moretti, responsabile del progetto ‘Bambini in Alto Mare’ – è molto specifica e qualificata, in quanto è rivolta esclusivamente a nuclei familiari e a donne sole con bambini. I bisogni primari che hanno i nostri ospiti sono principalmente legati all’area sanitaria e alla cura dei più piccoli“. E aggiunge:Molte donne sono vittime di violenza e di tratta; spesso ci capita di dover assistere casi di mutilazioni genitali. Alcuni bambini sono nati all’interno delle nostre case, quindi facciamo un lavoro di accompagnamento dal parto allo svezzamento; i bambini più grandicelli vengono inseriti nelle scuole materne ed elementari. E’ una gioia vedere l’orgoglio negli occhi dei loro genitori che, ce lo dicono, sperano in un futuro migliore per i propri figli”.

L’organizzazione sviluppata da Aibi, in effetti, è basata molto sull’acquisizione di autonomie da parte degli ospiti accolti. Per questo è stato creato un sistema su due livelli, in base agli obiettivi raggiunti. “Accogliamo le famiglie appena giunte in Italia presso LA TENDA – prosegue Moretti -. Qui la presenza degli operatori è costante. Conosciamo ed accompagniamo gli ospiti a conoscere il territorio. Chi si dimostra capace e rispettoso delle regole viene poi trasferito presso un appartamento di autonomia, CASA GAIA o CASA PADRE MARIO”.
Anche per questo, è importante non abbassare mai la guardia e spendersi perchè l’aiuto alle persone che hanno più urgente bisogno, nell’emergenza, possa essere adeguato alle loro esigenze di esseri umani. Questo è ciò che fa ‘Bambini in Alto Mare’, il progetto di Amici dei Bambini pensato per aiutare concretamente, in Siria e in Italia, coloro che nel dramma della guerra sono appunto i più deboli, fragili e indifesi: i bambini.

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