Minori stranieri: come e quando si apre la strada per l’affidamento

La storia di Khaled, tunisino, 12 anni, ha colpito tutti. Si era imbarcato contro il volere dei suoi, nascosto, ma una volta arrivato a Lampedusa Khaled ha invece trovato una “nuova” mamma, una giornalista italiana che lo ha voluto in affidamento. Le famiglie infatti possono essere una grande risorsa. Per questo a Messina, Amici dei Bambini sta formando oltre una decina di famiglie, tra coppie e single, per l’accoglienza di adolescenti, in modo da dare “una risposta umana e dignitosa al di fuori del percorso assistenziale”. Infatti a Messina sono già stati accolti alcuni minori per i quali si deve provvedere con urgenza ad una soluzione che sia diversa dall’accoglienza in strutture residenziali. L’affido può essere diurno o residenziale quando il minore va a vivere, per un periodo di tempo, presso la famiglia affidataria.

Anche in Liguria l’assessore al Bilancio della Regione, Pippo Rossetti, ha proposto in giunta di promuovere l’accoglienza in famiglia di minori libici e nordafricani.

Per i minori non accompagnati che hanno meno di 16 anni e sono apparentemente privi di un legame famigliare, il Tribunale dei minori apre un fascicolo per l’adottabilità. Per quelli con più di 16 anni viene nominato un tutore, il quale deve richiedere il rilascio di un “permesso di soggiorno per minore di età”. Per i minori libici in fuga da una guerra si apre la possibilità di essere considerati profughi, con possibilità di permesso di soggiorno anche dopo la maggiore età. Ma la maggioranza dei minori finora sbarcati a Lampedusa è di nazionalità tunisina. Per loro, gran parte degli operatori invoca il permesso di “protezione umanitaria”, perché provengono da contesti di estrema miseria, violenza e deprivazione. Anche questo permesso consente la permanenza in Italia oltre i 18 anni, ma raramente viene concesso.

E se non in famiglia dove? Un minore non accompagnato non può essere espulso dal territorio italiano. Deve essere prima di tutto identificato e deve essere constatata la sua minore età. E’ poi prevista l’assegnazione a una comunità di pronta accoglienza in qualsiasi regione d’Italia. Giunto in comunità, il ragazzo viene accompagnato in ospedale e sottoposto a visita medica, poi gli viene assegnato un tesserino sanitario provvisorio chiamato Stp- Straniero temporaneamente presente.

La retta viene pagata dal comune della struttura di accoglienza presso cui risiede il ragazzo. Non sempre e non tutte le comunità sono disponibili a questo tipo di accoglienze, che possono essere estremamente brevi (perché i più grandi dopo pochi giorni si allontanano volontariamente) o estremamente lunghe. Con un atto diffuso a tutte le comunità siciliane il 24 marzo scorso, la Regione Siciliana ha ricordato l’obbligo, a pena di cancellazione dall’elenco degli enti convenzionati. L’Anci, con fondi europei, sta finanziando progetti di accompagnamento a copertura dei primi cento giorni.