Modificata la legge: piantare un albero per ogni bambino adottato

Raffael-albero-3 (1)Con la legge dal Parlamento n. 10 del 14 gennaio 2013, entrata in vigore lo scorso 16 febbraio, verrà piantato un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato. E’ una norma che ha lo scopo di incentivare gli spazi verdi urbani e che istituisce per la prima volta la Giornata nazionale degli alberi, la cui ricorrenza cadrà il 21 novembre.

Si tratta di una legge che modifica la precedente legge Cossiga-Andreotti n.113/1992 che già prevedeva l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato. La novità della recente legge è però l’estensione di questo obbligo dei Comuni anche per i bambini adottati che verranno iscritti nei registri dello stato civile.

Da oggi i Comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti dovranno quindi piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe entro sei mesi dalla registrazione.

L’avere inserito nella legge del 1992 i minori adottati a fianco degli altri bambini italiani è un gesto di grande civiltà, perché da atto del riconoscimento ai bambini adottati di una piena equiparazione ai figli naturali.

Senz’altro lodevole questa nuova norma, anche se colpisce la parte della legge che prevede l’obbligo a carico del Sindaco di censire e classificare gli alberi piantati “entro un anno” dalla pubblicazione della legge.

Nel nostro Paese, infatti, ormai da decenni le diverse associazioni che difendono i diritti dell’infanzia invocano, invano, la necessità di raccogliere i dati sui minori fuori famiglia. Eppure non esiste ancora per legge, per esempio, alcun obbligo dei Comuni di censire i minori in affidamento famiglia o in strutture di accoglienza. Inoltre,- per fare un altro esempio – dopo oltre 10 anni dalla legge 149/2001 che la rendeva obbligatoria, si attende ancora la pubblicazione del decreto istitutivo della banca dati per l’adozione.

In questo nostro Paese, dunque, in cui si fa ancora difficoltà a censire i dati delle persone cui la legge riconosce diritti umani fondamentali, fa sorridere la cura riconosciuta al censimento degli alberi, non perché si tratti di un’opera non meritevole, naturalmente, ma semplicemente perché in Italia c’è evidentemente un gran bisogno di ordine sulla questione delle priorità.