Mongolia, Ulan Bator: la città dove si vive in una tenda

mongolia 100Papà, lascia un po’ di spazio libero nella tua valigia…!

A fare questa richiesta è stata una bambina australiana, di 9 anni, al suo papà in partenza per Ulan Bator, dove lavora per una delle tante aziende che hanno deciso di investire in Mongolia.

Giorni prima, il padre le aveva raccontato di quell’affascinante paese, della steppa, del deserto, dei cammelli, del ghiaccio e della neve che copre tutto …

Le aveva descritto i rigidi e lunghi inverni mongoli, a causa dei quali purtroppo i bambini non possono giocare all’aria aperta. Anche al chiuso, però, la situazione non è molto diversa: molti piccoli, infatti, non hanno nessun tipo di giocattoli perché sono troppo poveri per permetterseli. Le aveva quindi svelato di come vivano lì le persone, molte delle quali, costrette dalla grande miseria, abitano in tende chiamate “ger”, dove il freddo è ancora più duro.

Amanda era rimasta talmente colpita dal racconto delle tende che voleva saperne di più! Così il padre continuò dicendole che queste tende, chiamate anche “yurte”, sono case mobili usate dalle genti nomadi dell’Asia, fra cui anche i kazaki e gli uzbechi, popolazioni che la bambina non aveva mai sentito nominare! 

Più della metà dei mongoli continua a vivere in queste abitazioni tradizionali, anche gli abitanti dei villaggi o addirittura di alcune città. Lo scheletro delle case è fatto di legno, ricoperto da tappeti di feltro di lana di pecora, e sono di dimensioni variabili. È una tenda facile da smontare, spostare o assemblare in poco tempo ed è quindi perfetta per chi si sposta continuamente!

Dentro ci sono molti letti che servono da divani durante il giorno, quello del capofamiglia è vicino alla porta mentre gli altri sono disposti lungo i lati della tenda. All’interno della ger ci sono anche degli armadietti, e una tavola bassa per mangiare. La porta di entrata è sempre rivolta verso sud ed è una delle due aperture della tenda; l’altra si trova in cima alla yurta e consente, come il camino, di far uscire il fumo dal braciere. È, infatti,collocata sopra la cucina, anch’essa vicina alla porta principale. La sala degli ospiti, invece, è nella parte opposta all’ingresso, quindi sul lato nord.

In ogni tenda mongola, generalmente, si trova almeno un otre, un contenitore di liquidi usato anticamente e composto di pelle animale, solitamente capra o capretto. Il recipiente contiene latte di giumenta fermentato da cui si produce un buon formaggio.

Non è facile per i nomadi vivere in quelle condizioni però, fortunatamente, le diceva il padre, ci sono nel Paese molte organizzazioni che aiutano la popolazione più povera e vulnerabile. Le aveva anche raccontato dell’Asilo Kindergarden di Ai.Bi., il primo asilo statale fondato nel ’74, e trasformatosi poi in una struttura di accoglienza permanente. Prima che il papà partisse, Amanda fece lavare i suoi peluche alla mamma e selezionò fra i suoi giocattoli quelli più adatti ai bimbi dell’asilo. E con quelli, riempì lo spazio vuoto della valigia che aveva chiesto al papà …