Mosca: Il Governo Russo potrebbe annullare entro Aprile il divieto di adozioni agli americani

fotodaMarco 270Secondo il sito RT.com, di proprietà della televisione russa Novisti, entro aprile il governo moscovita potrebbe decidersi a rivedere e forse anche annullare la nuova legge Dima Yakovlev, con la quale, a partire dal primo gennaio, il presidente Putin aveva vietato le adozioni americane.

Una controproposta, spinta soprattutto dall’opinione pubblica russa, che si è dimostrata nettamente a favore delle adozioni di famiglie americane, sta cercando di revocare la legge di Putin e permettere nuovamente alle coppie degli USA di adottare bimbi russi.

Secondo il sito RT.com già poche settimane dopo la ratifica della legge Yakovlev, i deputati del partito Fair Russia avevano redatto una riforma che potrebbe riaprire le adozioni degli USA. La loro iniziativa si basa sul grande successo di una petizione sottoscritta dal quotidiano Novaya Gazeta che in poche settimane ha già raccolto oltre 100 mila firme.

“Vogliamo che la Duma torni a discutere il tema delle adozioni americane,” ha dichiarato Dmitry Gudkov, presidente del partito, al quotidiano Novaya Gazeta. “La nostra proposta verrà applaudita dal popolo. Anche l’acqua riesce a levigare i sassi e ogni petizione, ogni marcia e ogni discussione ci avvicina a dei futuri cambiamenti. Vogliamo che la Duma riapra le discussioni sull’adozione internazionale”.

Il suo partito ha proposto alla Commissione costituzionale di inserire il tema nell’ordine del giorno del 18 febbraio. Se tutto procederà, il voto potrebbe arrivare a fine marzo, ma molto probabilmente la proposta avrà dei grandi nemici tra i deputati russi, in prima fila Vladimir Ponevezhsky, responsabile della Commissione sulla legge costituzionale della Duma. Secondo Ponevezhsky “non c’è motivo di modificare la nuova legge”, ma secondo l’articolo apparso il 17 febbraio 2013 sul sito della rete televisiva russa, la maggioranza dei deputati potrebbe unirsi al Fair Russia e votare a favore del ripristino delle adozioni americane. 

 

(Dalla nostra corrispondente Usa, Silvia Kramar)