Mosca sospende le adozioni internazionali di bambini russi negli Usa

Tra i titoli degli ultimi giorni è apparsa una notizia che sa di guerra fredda: da Mosca parte la direttiva di sospendere le adozioni internazionali verso l’America. La Federazione Russa è infatti tra i maggiori Paesi di provenienza delle adozioni americane.

La decisione è stata diramata dal Ministero russo degli Esteri lo scorso 11 febbraio. Il problema è che deve entrare in vigore il nuovo accordo bilaterale, firmato il 13 luglio 2011, che stabilisce con rigore il rispetto di diversi impegni, tra cui l’accertamento psicologico dei futuri genitori e l’obbligo di procedere soltanto con enti accreditati. Perciò, a detta delle fonti ufficiali, fino a quel momento non se ne parlerà.

Ma non è tutto qui. Il Ministero è stanco dei maltrattamenti che sono stati riservati a una pur piccola percentuale di minori russi che hanno fatto ingresso negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni (in 17 casi su 60mila sono sfociati nella morte dei bambini). In particolare il Ministero impugna una sentenza «irragionevolmente morbida contro Teresa McNulty, rea di grave maltrattamento nei confronti della sua figlia adottiva di origini russe», relativa a un caso del 2009 emerso in Pennsylvania. Tra le rimostranze del Ministero, il fatto che la sentenza è stata notificata alla Russia solo tre anni dopo l’accadimento del fatto.

In questa occasione il Ministero ha chiesto di dare un giro di vite ai prerequisiti degli enti autorizzati.

(Da Rianovosti, http://en.ria.ru/russia/20120211/171265866.html, 11 febbraio 2012)