“Non esiste l’algoritmo dell’adozione”: quando sono i genitori a fallire

attivitá 2Non esiste l’algoritmo dell’adozione, dal punto di vista psicologico non esiste un procedimento che risolva, conducendo ad un risultato certo, un determinato problema in un numero finito di passi cioè di operazioni o istruzioni. Nel caso dell’adozione i dati da inserire sono molti: età del minore, la famiglia di origine (madre, padre, età, storia), la possibilità di sperimentare un attaccamento con una figura di riferimento, la cura e l’accudimento nella prima fase di vita, le caratteristiche genetiche, il quadro clinico, il luogo di nascita, le esperienze di vita sfavorevoli sperimentate e quelle positive e tutelanti, le modalità di adozione, la famiglia adottiva (madre, padre, età, storia…..), il contesto ambientale famigliare e sociale…ecc ecc.

Per alcuna di queste variabili si dovrebbe attribuire un peso ed un valore, le combinazioni tra di esse, il tutto all’interno e all’esterno di una persona in fase di crescita…

L’età di adozione è importante? Certo lo è, come dato o come fattore critico? La risposta è valutabile, spesso, solo a posteriori. Vi sono esempi di adozione di bambini grandi che vanno bene e esempi di adozione di bambini piccoli che vanno male …come del resto di figli biologici, questi sono dati di fatto incontestabili e raccontati da chi ha vissuto e vive queste esperienze.

Sicuramente è una delle variabili tra le tante.

Il fallimento adottivo non è forse un fallimento “dei genitori”? A fronte di situazioni simili iniziali di bambini si rilevano esiti molto diversi…nei forum si legge di pentiti dell’adozione ma si legge anche di pentiti di aver avuto figli, di coloro i quali scrivono che avrebbero dovuto tentare tutte le forme possibili di PMA e quelli distrutti dai fallimenti della PMA che si pentono di non aver fatto adozione: come si può giudicare e misurare tutto ciò? Sono con uno sguardo commiserevole, siamo solo essere umani.

La riflessione allora è sul fare la tua scelta di diventare genitore, qualunque scelta sia, l’unica possibile e praticabile. Quanto è tuo quel bambino? Nell’adozione si ritiene erroneamente che il senso di estraneità e di ambivalenza, sperimentato verso i figli, sia tipico dell’adozione…perché non è tuo tuo…ma invece è della relazione umana in sé tra genitori e figli e viceversa …. tra coniugi….

Come potremmo rilevare il successo o il fallimento delle famiglie affidatarie sine die? O delle famiglie che accolgono figli di parenti? Non ho idea di quante ricerche ci vorrebbero…ma anche determinate precise statistiche, è il come sei “tu” singolo o coppia che fa la differenza.

Non esiste l’algoritmo dell’adozione e non esiste l’algoritmo della genitorialità in genere perché non esiste l’algoritmo dell’amore; l’amore è affidarsi e dare, non è controllare, il porre limiti a priori, calati dall’altro non è uno strumento.

La formazione, la preparazione e la scelta sono a mio parere strumenti più efficaci, nessuno è obbligato ad adottare, nessuno può esprimere giudizi assoluti sull’adozione.

L’età è uno dei fattori, ma considerarlo come valore assoluto non è efficace.

(Di Lisa Trasforini)