Anche se non siamo educatori professionali, possiamo diventare genitori affidatari?

Buongiorno,

siamo una famiglia residente nella zona dell’Estense, in provincia di Padova. Io e mio marito lavoriamo nell’ambito sanitario, nello specifico io mi occupo di persone affette da varie disabilità. È un lavoro che amiamo perché aiutare il prossimo è tutto ciò che ci soddisfa. Siamo genitori di due ragazzi di 14 e 16 anni e vorremmo ospitare un minore con affido temporaneo, perché pensiamo che aiutare i bambini in difficoltà possa diventare una missione di vita per noi. Tuttavia non siamo educatori professionali né abbiamo esperienze pregresse di affido. Possiamo diventare comunque genitori affidatari?

Grazie,

Donatella

 

MARIA GALEAZZI (3)Cara Donatella,

innanzitutto grazie per esservi rivolti a noi per avere informazioni su questa bellissima esperienza dell’affido.

I minori che hanno bisogno dell’affido sono quelli temporaneamente allontanati dalla famiglia, e ciò di cui hanno bisogno è una mamma e un papà!

Per diventare famiglia affidataria non servono titoli di studio professionali, ma la volontà di voler accogliere un bambino con la sua storia e la sua famiglia.

L’affido può essere effettuato sia da single che da coppie, sposate o conviventi, senza vincoli di età e può durare al massimo due anni prorogabili.

L’accoglienza temporanea si divide in: diurna o part-time quando il bambino trascorre con la famiglia affidataria alcune ore della giornata o brevi periodi, e residenziale quando il bambino vive per tutto il periodo dell’affido con la famiglia affidataria.

Quello che è davvero importante è la preparazione all’affido: partecipare ai diversi momenti informativi e formativi permette alla famiglia di conoscere meglio quelle che sono le dinamiche del progetto di affido. È molto importante prepararsi a vivere l’accoglienza, considerando che l’affido non coinvolge solo loro e l’associazione che li sostiene nel percorso, ma anche i bambini, i servizi sociali e la famiglia d’origine.

Dopo questo percorso, inoltre, la famiglia dovrà rendersi disponibile ad effettuare colloqui di conoscenza con operatori e assistenti sociali e con la psicologa, in modo da delineare le caratteristiche della famiglia e il progetto di affido per il quale si rende disponibile.

In bocca al lupo per quest’esperienza.

Un caro saluto,

Maria Galeazzi, Area Italia di Ai.Bi.