Papa: bambini abbandonati sono un grido che sale a Dio

bambino di stradaL’abbandono è un’offesa al Signore perché priva i bambini di quell’infanzia che Egli ha donato loro nel momento in cui hanno ricevuto la vita. Lo ha affermato con forza Papa Francesco nel corso dell’udienza ai partecipanti al Simposio internazionale sulla pastorale della strada che si è svolto dal 13 al 17 settembre. Ogni bambino abbandonato o costretto a vivere nella strada – ha detto il Pontefice – diventato preda delle organizzazioni criminali, è un grido che sale a Dio, il Quale ha creato l’uomo e la donna a Sua immagine. È un grido d’accusa contro un sistema sociale che da decenni critichiamo ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia”.

Una pesante critica, quindi, al mondo moderno e globalizzato che, con la sua “carenza di leggi e strutture adeguate”, contribuisce ad aggravare lo stato di privazione dei “tanti bambini che vengono derubati della loro infanzia, dei loro diritti, del loro futuro” perché “mancano di una vera famiglia, dell’educazione, dell’assistenza sanitaria”. Una realtà che rappresenta “una vergogna”, come l’ha definita Bergoglio, per le nostre società “che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo”.

E qui il Pontefice sferra un duro attacco alla corruzione e alla tratta di esseri umani, piaghe che aggravano le ingiustizie contro i più deboli. “La corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi – ha evidenziato il Papa – privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici”.

Il riferimento è alle tante giovani ragazze e donne “costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate da organizzazioni criminali e, a volte, da parenti e familiari”. Oltre che a tutti quei bambini che non scelgono per conto loro di vivere in strada, ma sono vittime di indifferenza, povertà, violenza familiare e sociale, tratta, separazioni coniugali e nascite fuori dal matrimonio che spesso li costringono “a una vita randagia”.

Quindi l’esortazione “a tutelare e promuovere la dignità dei bambini e delle donne di strada, guardando all’amore preferenziale di Dio Padre verso i più deboli ed emarginati”. Una missione difficile, in cui anche la Chiesa ha il dovere di fare la sua parte. “La Chiesa non può tacere – ha avvertito Papa Francesco -, le istituzioni ecclesiali non possono chiudere gli occhi di fronte al nefasto fenomeno dei bambini e delle donne di strada. Noi non possiamo evitare di portare a tutti la bontà e la tenerezza di Dio Padre misericordioso”. La misericordia, infatti, è per il Pontefice “l’atto supremo con il quale Dio ci viene incontro, è la via che apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre”. Una speranza a cui possono rinunciare soprattutto i bambini  di strada. Che non sono “pacchi da scambiare”, ma esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro. Sono figli di Dio come noi, uguali a noi, con gli stessi nostri diritti”.

Il Simposio, organizzato dal Pontificio consiglio per i Migranti e gli itineranti,  nasce per studiare strategie efficaci per combattere la piaga dei bambini e delle donne di strada: “Un dramma – dicono dal dicastero vaticano – che richiede di affrettare i tempi di intervento sia da parte della Chiesa Universale e delle Chiese locali, che dalle istituzioni civili”.

 

Fonte: News.va