“Per adottare una persona ci vogliono persone, non politici!”. La valanga di critiche allo scivolone di Pisapia non si arresta

Una valanga di commenti, lettere, email, telefonate: non si ferma la reazione dei lettori alle esternazioni del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia. È vera indignazione quella che ha colpito le famiglie adottive, che stanno subissando la redazione di AiBiNews con le loro osservazioni in merito alla polemica scatenata da Pisapia sull’estensione delle adozioni alle coppie omosessuali.

Pubblichiamo i commenti più significativi. È senza dubbio Cristina a portare alla ribalta la questione, con un intervento tranchant che non risparmia Pisapia nemmeno dal punto di vista personale, invitandolo a sporcarsi le mani con l’adozione vera: “Ma qua non ci sono difensori di ideologie sull’adozione. Qua ci sono persone adulte che hanno adottato e che ogni giorno lottano per far ritrovare la dignità alla vita di un bambino! Un Sindaco non può permettersi di esprimere un’opinione cosi delicata, no, non può. Perché, allora, non ha ben compreso il suo ruolo nel sociale!

Lo inviterei volentieri a casa mia, la sera – continua Cristina – a tenere la mano a mia figlia che è stata abbandonata nel buio di una stanza, e buttata via la chiave.

Lo inviterei mentre ci chiede cosa vuol dire essere figli e cosa vuol dire avere una mamma e un papà. Ma lo inviterei anche quando mia figlia in pieno complesso di Edipo si innamora del suo papà e lo vuole sposare, mentre mi guarda come rivale, nel suo delicato percorso di ricostruzione di una identità femminile. Grazie alla presenza di una figura maschile e grazie alla presenza di una figura femminile. Se ci sono allontanamenti dal progetto adottivo è perché si insinuano nella poca cultura sociale dell’adozione pensieri superficiali e di letteratura, pensieri, non opere! Per adottare una persona ci vogliono persone, non politici!!!”.

Uno scavo nell’adozione reale. Cristina incalza ancora: “Lo sapete chi sono i bambini adottabili, sia in Italia che all’estero? Bambini che sono stati tolti dalle loro mamme e papà perché, nella maggior parte dei casi, figli di tossicodipendenti, malati psichiatrici, sono stati abusati sessualmente, figli da ricomporre, bambini a pezzi psicologicamente, bambini che nel migliore dei casi devono essere seguiti in psicoterapia. E non esagero! La ferita dell’abbandono non è una favola metropolitana. Pisapia, avanti, consegna tu un bambino di questi a una coppia gay e prova a spiegare tu stesso al bambino che dovrà passare da un inferno a una casa in cui due adulti dello sesso saranno la nuova loro mamma e mamma oppure il loro papà e papà, e che ciò è quello che va bene per lui”.

Alice richiama alla lucidità: l’adozione non è una scienza innata. “Non scherziamo… è difficile, se non impossibile, per un adulto capire perché una persona è omosessuale, come potrebbe fare un bambino a non sentirsi ancora una volta emarginato e indegno di avere una famiglia… ‘normale’? Ho carissimi amici omosessuali a cui voglio un mondo di bene, ma da qui a pensare che possano adottare c’è un vero abisso… Mi dispiace per loro perché possono essere persone migliori anche di tante famiglie adottive, ma non si può pensare che tutti possano fare tutto”.

Questione che richiede soprattutto competenza sulle basi giuridiche, e sul fatto che il bambino è il vero possessore di diritti. Lo sottolinea Franco: “Siamo daccapo con la questione dei diritti inventati. Su questo sito web più volte si è detto che NON ESISTE UN DIRITTO AL FIGLIO. E io sono d’accordo. È su questa strada che Pisapia reclama un figlio per i gay. Assurdo e terribile, perché dimentica il vero soggetto di diritti che è il bambino. Cosa desidera un bambino in istituto? Una mamma e un papà. Il resto è ideologia”.