Perché il Governo Monti ha paura della “piccola” kafala?


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Può un bambino abbandonato
proveniente da un Paese del Nordafrica far paura ad un Governo che si sta battendo con così tanta energia contro lo spread? Eppure è quanto emerge dal dibattito tenuto il 30 maggio scorso alla Camera dei Deputati. Si è riunita la Commissione parlamentare per gli affari esteri e comunitari per discutere il riconoscimento della kafala in Italia: parole di fuoco, invettive e accuse sono state lanciate contro il Governo Monti, con un messaggio chiaro e tagliente: «State facendo ostruzionismo». Pubblichiamo la notizia attingendo ai verbali della seduta.

«Invito il Governo a un maggiore rispetto del Parlamento, che è ben consapevole che l’intollerabile e inaccettabile ostruzionismo burocratico alla Convenzione de L’Aja 1996 è motivato dalla questione della kafala» ha tuonato l’onorevole Francesco Tempestini, deputato del Partito Democratico. L’accesa reazione di Tempestini è seguita a una dichiarazione del presidente di Commissione, Stefano Stefani, che ha riferito di aver ricevuto una lettera dal presidente della Commissione Bilancio che comunicava la mancata presentazione da parte del Governo della relazione tecnica richiesta dalla Commissione stessa, segnalando l’esigenza di configurare con maggiore precisione l’Autorità centrale cui sarebbe delegata l’attuazione della Convenzione de L’Aja, individuando i relativi oneri e la corrispondente copertura finanziaria.

Reazione furiosa e «vivo sconcerto» da parte di Tempestini all’udire la dichiarazione: «La ratifica della Convenzione de L’Aja 1996 è in ritardo di sedici anni – ha evidenziato l’onorevole – nonostante riguardi aspetti umanitari rilevanti», tra i quali l’adeguamento della kafala, l’istituto di origine coranica che permette al giudice islamico di affidare un bambino a una famiglia diversa da quella biologica.

«Pretestuoso ed emulativo poi immaginare di questi tempi che i compiti previsti dall’attuazione della Convenzione non possano essere svolti da strutture amministrative già operanti», ha concluso Tempestini. «Fior di giuristi hanno avanzato sulla kafala soluzioni assolutamente compatibili con il nostro ordinamento, che solo una miope percezione della vicenda ha sin qui impedito di valutare, portando al palleggiamento delle responsabilità tra Ministero degli esteri, Ministero della giustizia ed ora Ministero dell’economia! Si sollecita al più presto il Governo a uscire da questa imbarazzante situazione presentando, come promesso, il disegno di legge di ratifica».