Perché un bambino dovrebbe accontentarsi di due uomini o di due donne?

Buongiorno, mi chiamo Francesca e ho letto i vari commenti alla lettera al direttore pubblicata sul vostro sito e approvo completamente i contenuti della risposta data dalla Dottoressa Trasforini. Chi l’ha detto che per essere un genitore degno di questo nome serva solo e soltanto “l’amore”? (cosa indispensabile e imprescindibile, certo, ma non è l’unica!!). E poi mi chiedo: forse un neonato non si accorgerebbe della differenza (anche se ci sono evidenze secondo le quali la donna/madre e l’uomo/padre interagiscono diversamente con il bambino), ma cosa ne sa un bambino, magari grandicello, vissuto sempre in istituto, di cosa sia l’omosessualità? Non ne ha neanche mai sentito parlare e non ne sospetta nemmeno dell’esistenza: è probabile pensare che abbia sempre visto altri bambini andare via con una mamma e un papà… e forse anche lui li ha sempre desiderati. Allora perché negarglieli?

Grazie

 

Lisa TrasforiniCara Francesca,

sarebbe davvero importante chiedere ad un bambino cosa veramente desidera…e, nell’esperienza di coloro che sono stati negli istituti, l’elemento costante è la richiesta di una mamma e di un papà. E’ incredibile come bambini istituzionalizzati abbiano in mente questa idea, basta però pensare come le esperienze in famiglia, i libri di fiabe, la televisione, le storie che si raccontano, i compagni di istituto che vengono adottati da un uomo e una donna diano comunque un’idea di famiglia “tradizionale”

Certo, le situazioni prevedono mille sfumature ed è chiaro che la mente di un bambino ha delle raffigurazioni parziali della realtà, ma di sicuro non si può non dire che i bambini non abbiano desideri e aspettative e sogni. Altro aspetto è che un bambino non arriva neonato all’adozione internazionale, se si opera nella caratteristica di residualità che questo intervento deve avere. L’età media all’ingresso dei bambini è intorno ai 6 anni, quindi è chiaro che potrebbe essere un elemento di ulteriore complessità l’essere adottati da due donne o due uomini, soprattutto se il Paese di origine della coppia non è un Paese in cui ciò è consueto.

Sicuramente la capacità di prefigurazione di una situazione complessa relativa alle figure genitoriali è sfumata, se non impossibile, ma l’impronta esperienziale e culturale dei primi anni di vita è fondante e, indubbiamente, la consuetudine è l’immaginarsi una mamma ed un papà che lo amino. Sarebbe necessaria una rivoluzione culturale per consentire ad una società di non scaricare su un bambino una fatica ulteriore oltre a quelle già fatte.

Grazie

Lisa Trasforini

Psicologa di Ai.Bi.