Piovono bombe sull’infanzia di Aleppo. Ma con un Sostegno a Distanza si può restituire un futuro ai bambini siriani

siriaQuella che era la capitale economica della Siria, oggi è diventata una città martire.  Ad Aleppo, dei 4 milioni di persone che vivevano prima del 2011, ne sono rimaste non più della metà: 2 milioni di abitanti costretti a cercare di sopravvivere ogni giorno, facendo i conti con la paura delle bombe e le sofferenze imposte dalla fame, dal freddo e dalla mancanza di acqua e medicinali.

Tra i martiri di questa guerra che sembra senza fine – a marzo 2016 saranno 5 anni di combattimenti – si contano sempre più bambini. Le ultime notizie giunte da questa regione nel nord della Siria parlano di altre 12 piccole vittime in due diversi attacchi nella regione di Aleppo. Nove di loro hanno perso la vita, insieme ad almeno 3 adulti, tra cui un’insegnante, in un raid aereo sul centro abitato di Anjara, nell’hinterland della metropoli siriana.  Altri 3 bambini sono morti invece uccisi da colpi di mortaio sparati da un gruppo di ribelli nella zona di Aleppo controllata dalle truppe governative fedeli al regime di Bashar al-Assad.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce inoltre che nei primi giorni del 2016 si sarebbero intensificati sia i combattimenti sul terreno che i raid aerei del governo di Damasco e dei suoi alleati contro le zone controllate dagli insorti. Gli scontri ad Aleppo sono iniziati il 19 luglio del 2012 quando, oltre un anno dopo lo scoppio della guerra civile, cominciò la furiosa battaglia tra esercito e gruppi ribelli.

Nel frattempo, vicino al confine con il Libano, prosegue l’assedio della città di Madaya, tagliata fuori dal resto del Paese e del mondo da almeno 6 mesi.

Sentirsi al sicuro in Siria, quindi, è sempre più difficile. Ma non impossibile. Questo è l’obiettivo di Amici dei Bambini che, con il suo progetto Io non voglio andare via, nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare, intende garantire ai bambini siriani il diritto alla casa, alla scuola, alla salute, al cibo e al gioco. Ovvero, il diritto a sentirsi a casa nel proprio Paese. Per riuscire in questa difficile missione, è necessario un piccolo impegno da parte di tutti. Con un Sostegno a Distanza per i progetti di Ai.Bi. nella regione di Idlib, nel nord della Siria, è possibile dare continuità all’intervento già avviato da tempo e che ha già dato vita a una ludoteca sotterranea, a un forno per la produzione di pane, a un laboratorio di sartoria per le giovani mamme siriane e alla distribuzione di aiuti alimentari per la popolazione più bisognosa.

 

Fonti: Agi.it, Ansa