Psicologia dell’Adozione: “A che età si è troppo grandi per avere una mamma e un papà?”

I bimbi più grandi manifestano una grande voglia di una mamma e di un papà e desiderano vivere tutte le esperienze di cui da piccoli non hanno mai potuto godere, perché impegnati a sopravvivere

 L’età del bambino spesso è fonte di preoccupazione per le coppie in attesa di adozione.

Confrontandosi con i futuri genitori, sovente emergono forti timori verso l’età scolare, e soprattutto verso la preadolescenza: ci si chiede “ma non sarà troppo grande per chiamarci mamma e papà?” Ma a che età si è troppo grandi per avere una mamma e un papà?

Durante l’iter adottivo, pensando alla possibile adozione di un bimbo “grande”, le coppie manifestano timori rispetto al poco tempo che li separerebbe dall’adolescenza, periodo di vita che spaventa per i numerosi cambiamenti fisici e psicologici che i bambini devono affrontare, ma soprattutto perché si pensa alla loro necessità di distacco dalla famiglia e di ricerca di maggiore autonomia. Si teme di non avere abbastanza tempo per costruire un legame profondo, e di avere perso per sempre l’infanzia dei propri figli.

Inoltre, le coppie raccontano di forti paure rispetto all’inserimento scolastico e al rischio di “rimanere indietro” rispetto ai coetanei, e di un difficile adattamento. Infine, spesso i futuri genitori temono che bimbi con più di 8 anni possano avere già una personalità costruita e definitiva, che siano già adulti.

Paure comprensibili e legittime, ma che la realtà familiare poi fa svanire con l’entusiasmo dei bimbi stessi per la loro nuova vita.

L’adozione di un bimbo di 8 anni o più è certamente differente da quella di un bimbo neonato o anche di 3 o 4 anni, ma non possiamo dire con sicurezza che sarà difficile o problematica o più complicata e a rischio di quella di un bimbo adottato quando molto piccolo.

I bimbi grandi hanno bisogno di una mamma e di un papà!

I bimbi più grandi manifestano una grande voglia di una mamma e di un papà e desiderano vivere tutte le esperienze di cui da piccoli non hanno mai potuto godere, perché impegnati a sopravvivere.

Dubbi e paure delle coppie vengono spesso alimentati da familiari, amici o altri adulti, che non conoscono a fondo la realtà dell’adozione e desiderano solamente proteggere a loro volta i propri figli o i propri amici, o anche da operatori sociali o insegnanti, che possono essere vittima di pregiudizi o del ricordo di qualche esperienza negativa vissuta nel loro percorso professionale.

Le famiglie che hanno accolto un bimbo in età scolare o preadolescente, nella maggior parte dei casi, ci descrivono invece situazioni gioiosecerto complesse e non semplici, ma positive e ricche di bellezza.

Bimbi grandi e la consapevolezza del “dono” di avere una famiglia

I bimbi “grandi”, possiamo immaginare un bimbo di 9 o 10 anni, sono più consapevoli della grande possibilità che possono cogliere di trovare finalmente una famiglia tutta per loro e nonostante possano aver vissuto più esperienze difficili nel loro passato, nutrono ancora la speranza di trovare una mamma e un papà e quando li trovano ne sono entusiasti!

Un bimbo grande ha una sua storia e potrebbe aver vissuto più esperienze difficili di un bimbo che viene adottato precocemente, in famiglia o in istituto, e a volte nuovi abbandoni a seguito di tentativi di affido e/o adozione falliti, tutte esperienze che possono aver inciso sulla sua autostima e sul sentimento di sfiducia verso gli adulti o la vita, ma possiede anche più strumenti e risorse per affrontare le nuove sfide.

Le esperienze dei “bambini grandi” adottati con Ai.Bi.

 Yamie, adottata in Colombia a 10 anni, abbandonata all’età di 4 anni, inserita in istituto e poi in affido per due anni, afferma “finalmente ho anche io una mamma, una vera famigliaOgni volta che un bimbo di 3 o 4 anni incontrava i propri genitori, io sognavo la mia famiglia che non arrivava mai”. Oggi è una splendida adolescente, con buoni risultati a scuola e nello sport, una ballerina ribelle, sì, ma molto legata alla sua famiglia adottiva.

Sasha, adottato in Ucraina a 8 anni e mezzo, istituzionalizzato dai due anni di età, ricorda ancora il giorno più bello della sua vita, in aeroporto, quando ha capito che poteva credere di aver finalmente trovato una mamma un papà tutti per lui, che non l’avrebbero più lasciato! Oggi è un ragazzino di 15 anni che adora i suoi genitori e che spesso manifesta ancora il bisogno di abbracci e coccole come se fosse un bimbo di tre anni e di trascorrere le giornate semplicemente a casa.

L’adozione di un bimbo “grande” è un’esperienza da vivere con grande consapevolezza, rispetto alle possibili criticità, alle risorse dei bambini ed anche rispetto alle proprie risorse. Ma forse bisogna chiedersi “i bimbi sognano genitori “grandi”, magari quarantenni o più?”, forse no, ma quando poi li incontrano se ne innamorano comunque. Forse li metteranno alla prova, li sfideranno con comportamenti e atteggiamenti che possono essere faticosi da gestire ma, quando avranno capito di potersi fidare di loro e di essere stati accolti come loro figli, potranno creare un legame forte e unico.

 Marina Piccolo – Docente universitario di psicologia dello sviluppo e dell’educazione e consulente di Ai.Bi.

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