Quando l’adozione è un aborto. Storia di due genitori lucani mai nati

Zone d’ombra dell’adozione, in costante aumento. È del 29 settembre l’articolo Adozioni internazionali: amore o business?, pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Senza mezzi termini, il sottotitolo: “Tra burocrati e mediatrici spietate, storia di due genitori mai nati”. Disperante, il tono: «odissea burocratica». «Attesa infinita». «Emorragia di denaro».

E una definizione sconcertante: «assenza di umanità». Saverio, il marito, ci ha sbattuto la faccia: all’ennesima «presa per il sedere», durante una delle mille attese sopportate nelle anticamere della burocrazia, mandò a quel paese una dirigente dell’ente mediatore, che lo ammonì di non fare proteste davanti a un ritardo di due ore e mezzo. Lo sfogo costò a Saverio e a sua moglie Gabriella, giunti invece in tempo all’appuntamento, nientemeno che l’idoneità: non era adeguato come genitore. Un bimbo, lui, «se lo poteva scordare».

Questo, alla fine del 2010. La loro domanda di richiesta è datata la bellezza di cinque anni prima, nel 2005. «Cinque anni passati a sbatterci», grida Saverio, durante i quali si sono sentiti «in imbarazzo, vivisezionati, lasciati in un albergo di infima categoria, quando di fronte c’era un hotel di buona fama internazionale», costretti «a fare regalini a chiunque» dentro un orfanotrofio. «Ci trattarono malissimo, ci fecero sentire inadeguati e ci liquidarono»: così la coppia sintetizza l’esito della loro adozione abortita in Polonia, con una ragazza di 14 anni, Alina, che Saverio e Gabriella hanno prima iniziato a incoraggiare e far timidamente sorridere, poi hanno dovuto dimenticare per sempre.

Poi, una nuova proposta di adozione per il Burundi, immediatamente cassata perché il sito della Farnesina sconsigliava i viaggi in Burundi. Infine, una bambina bulgara – dopo una «bella ramanzina» sul fatto che volevano adottare un bambino -: poi l’appuntamento alle 9:00 in punto, il ritardo, la protesta, lo sfogo. E l’esclusione dalla felicità di adottare un figlio.

Ecco l’articolo, leggibile per esteso:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=458880&IDCategoria=12.Quante coppie italiane hanno dovuto affrontare un calvario simile? Quanti bambini vengono privati dell’affetto di coppie entusiaste, per via di una procedura che produce incompetenza e mala gestione? Ai.Bi. dice: basta!