Quei bambini siriani tenuti nascosti sottoterra, come un tesoro prezioso

Bambini ludoteca SiriaIeri ho parlato a lungo con uno psicologo che lavora all’ospedale di Binnish, lo stesso che si occupa dei piccoli che frequentano la ludoteca di Amici dei Bambini. Di tanto in tano, il telefono gracchiava, la linea andava e veniva: non è mai facile comunicare con l’interno della Siria, la connessione è piuttosto limitata e precaria.

È una persona molto disponibile e cortese, il Dottor Hajjar*. Dalle sue parole traspariva la gratitudine per quello che Ai.Bi. sta facendo a beneficio della sua comunità.

«Masha’Allah, masha’Allah» continuava a ripetere, usando una tipica espressione araba con cui si vuole esprimere – allo stesso tempo – gioia, apprezzamento, riconoscenza.

La telefonata è stata l’occasione per farmi dare un po’ d’informazioni sulla situazione dei minori nella zona. «Il numero di bambini e orfani che hanno bisogno di assistenza psicosociale, qui a Binnish e nei villaggi circostanti, continua ad aumentare» mi ha riferito il Dottor Hajjar. «Di recente, è aumentato anche il numero degli sfollati provenienti da altre zone della Siria: stimiamo che siano almeno 5.000 le persone confluite qui da Aleppo, Homs e Hama. Ospitiamo persino delle famiglie fuggite da Al-Raqqa, la roccaforte dell’ISIS.»

Hajjar e il suo staff stanno pensando di utilizzare delle cantine da cui ricavare delle ludoteche insonorizzate, in cui poter ospitare un certo numero di bambini. Lì potrebbero giocare in sicurezza e ricevere il necessario supporto psicologico.

D’altro canto, sembra non ci sia altro modo per garantire un futuro ai bambini siriani, se non rinchiudendoli sottoterra, al riparo dalle bombe; se non nascondendoli, come si fa con ciò che si ha di più prezioso. Perché in fondo è questo che sono: un tesoro da conservare in uno scrigno, lontano da chi te lo vorrebbe portare via.

E sarà sempre così, finché questa ostinata e bastarda guerra non cesserà, permettendo loro di riemergere all’aria aperta e riassaporare il dolce sapore della libertà. Fino a che non potranno uscire – finalmente – “a riveder le stelle”.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.

* Nome di fantasia