Riccardi: “Perché l’adozione internazionale dovrebbe essere espressione della politica estera dell’Italia? Con tutte le adozioni che facciamo va bene così com’è”

Era lo scorso 14 maggio. L’onorevole Aldo Di Biagio aveva depositato un’interrogazione a risposta scritta all’indirizzo di Andrea Riccardi, Ministro per la Cooperazione e l’Integrazione e Presidente della CAI Commissione per le Adozioni Internazionali.

Di Biagio (FLI, membro della Commissione parlamentare per gli Affari Esteri) interrogava Riccardi su uno dei punti caldi della proposta di Ai.Bi.: trasferire la CAI dall’attuale collocazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per incardinarla sotto il Ministero degli Affari Esteri. Così da far diventare l’adozione internazionale parte integrante della politica estera dello Stato.

La risposta di Riccardi, protocollata il 12 settembre, non si sbottona: ribadisce l’assetto esistente e non contraddice quanto dichiarato finora sul concetto della “sostanziale stabilità” del sistema Italia.

«Le attività svolte dalla Commissione per le adozioni internazionali nel corso degli anni hanno portato a concreti risultati e a successi sia sul piano interno che internazionale – scrive Riccardi -. Tale circostanza è confermata dai dati trasmessi dagli Uffici dai quali emerge che l’Italia è, attualmente, il primo Paese europeo per numero di accoglienza di minori, secondo nel mondo solo agli Stati Uniti d’America».

La versione del Ministro Riccardi, il concetto secondo il quale l’adozione internazionale è in crisi nel mondo ma non in Italia, viene ripetuta anche in questa occasione senza che si sfiori il fenomeno del declino delle idoneità (giunto nel 2011 al 49%): «Nonostante si verifichi, in generale, una riduzione del numero di adozioni internazionali – come segnalato anche dalla S.V. Onorevole – in Italia il numero delle adozioni è aumentato progressivamente fino al 2010 e successivamente, è rimasto costante».

Il Ministro evidenzia come i dati in possesso dell’Ufficio dichiarino che il modello francese, al quale Di Biagio ha fatto riferimento, «non è stato in grado di evitare la fortissima riduzione del numero di adozioni realizzate dai cittadini francesi nel 2011 rispetto a quelle del 2010 (1995 adozioni nel 2011 rispetto alle 3504 del 2010; nei medesimi anni, in Italia sono state realizzate rispettivamente 4022 adozioni e, quindi, nel 2011 in Italia sono state realizzate più del doppio delle coeve adozioni francesi)».

La Commissione, per Riccardi, ha svolto un’intensa attività di relazione con i Paesi d’origine che ha portato il numero di Stati in cui si realizzano adozioni da 34, quali erano nel 2001, a 60 nel 2009, con una costante crescita del numero di adozioni realizzate, a fronte del massiccio calo che si è registrato negli altri Paesi d’accoglienza. «Mi pare di poter affermare – chiude il Ministro – che anche solo questi dati confermino l’efficacia dell’azione della Commissione e la validità della scelta di mantenere il suo incardinamento presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri».

Per leggere la risposta integrale, scarica il testo: Risposta Min. Riccardi, Interrogazione On. Di Biagio: CAI sotto MAE.