Rifiuto Italia su Convenzione Aja: scandaloso per 93%. Paniz (Pdl): tempi maturi ratifica.

Convenzione Aja“E’ un fatto scandaloso che l’Italia non voglia ratificare la più importante Convenzione sui diritti dell’Infanzia.” Si è espresso così del 93% dei votanti del sondaggio pubblicato il 13 luglio sul sito aibi.it in merito al clamoroso rifiuto dell’’Italia di ratificare la Convenzione de L’Aja del 1996 per la protezione dei minori.
La Convenzione permetterebbe all’Italia di sbrogliare una matassa che oggi impedisce a migliaia di minori abbandonati di essere figli. Si applica, infatti, ai provvedimenti che riguardano bambini e adolescenti ostaggi di sistemi giuridici nazionali che non dialogano fra loro.
L’esempio che fa più clamore è quello del riconoscimento della kafala (ovvero il più alto strumento di protezione dell’infanzia negli stati nordafricani). L’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non prevede il riconoscimento di questo istituto e quindi non permette ai minori abbandonati provenienti dal Nord Africa di essere accolti dalle aspiranti famiglie adottive residenti in Italia
Dopo essersi rivolta ai ministeri competenti Ai.Bi. sta interpellando i parlamentari per avere da loro una posizione sul tema della mancata ratifica della convenzione aja del 96 .

Oggi intervistiamo l’on Maurizio Paniz membro della Commissione Gustizia della Camera.

-La Convenzione de L’Aja del 1996 rappresenta un’importante opportunità per tutelare i minori in difficoltà familiare. Uno strumento che, se applicato, permetterebbe di dare risposta a un’infinità di situazioni irrisolte in cui si trovano oggi migliaia di bambini in difficoltà. Perché l’Italia non intende ratificare la Convenzione de L’Aja?

On Paniz: Non c’è una ragione particolare. Si tratta solo di individuare un contesto nel quale esaminarla. Se il Governo la porterà in Parlamento, sarà esaminata con ogni attenzione.

-L’Italia rischia di essere sanzionata dall’Unione Europea con una procedura di infrazione presso la Corte di Giustizia Europea. Sarebbe la mancanza di un coordinamento tra Ministero della Giustizia e quello degli Interni la ragione per la quale non si arriva a una ratifica?

On Paniz: Il rischio di sanzione c’è sempre quando non si è tempestivi nella ratifica di una convenzione europea, ma sono non pochi gli Stati che ancora non hanno provveduto a questa ratifica. Non ci sono comunque contrasti tra Ministeri.

-La Convenzione ha una portata storica perché prevede il riconoscimento della kafala (art. 33). La ratifica dell’Italia non sarebbe quindi un’opportunità per colmare una volta per tutte una lacuna del nostro ordinamento?

On Paniz: Si comincia a parlare di questo argomento ormai da qualche tempo. Penso i tempi possano essere maturi per un adeguato esame. Concordo sulla portata storica di questo riconoscimento.

-L’Italia è uno dei principali Paesi di accoglienza di minori accolti con le adozioni internazionali. Nel 2009 siamo stati secondi solo agli Stati Uniti per numero di figli adottati dall’estero. Non è quindi un controsenso che il nostro Paese decida di alzare le barriere all’accoglienza di bambini nordafricani che provengono da Paesi con altissimi tassi di abbandono?

On Paniz: L’Italia si è sempre dimostrata generosa verso chi soffre di più: questo atteggiamento di disponibilità parte proprio dal dna del popolo italiano. Le dimostrazioni di disponibilità all’accoglienza sono continue e sicuramente non verranno meno, ma anzì si accentueranno nel tempo. Si va sempre più verso società multiculturali e multirazziali. Del resto gli italiani sono stati protagonisti, decenni fa, di vere e proprie straordinarie emigrazioni ed hanno onorato con il loro impegno altre Nazioni: ora si accentua il percorso inverso perchè sono gli altri popoli che migrano verso il nostro Paese.

-La Convenzione ha una portata storica perché permette di dare risposta anche alle situazioni di difficoltà in cui si trovano i minori che provengono da Paesi colpiti da calamità o disastri naturali. Per i bambini di Haiti questa sarebbe stata una possibilità di essere accolti in Italia, perché l’Italia non vuole prendere in considerazione questa opportunità?

On Paniz: L’Italia è sicuramente disponibile ad accogliere bambini di altri Paesi: molti sono già gli italiani che lo hanno fatto. Meritano stima e riconoscimento al loro impegno, che va accentuato e favorito proprio dallo Stato. Questo deve, però, essere anche un obiettivo da continuare a perseverare accentuando i mezzi da mettere a disposizione.