Romania: Lì dove lasciare un figlio in orfanotrofio è cosa normale

Quando nel 1989, con la fine del regime di Nicolae Ceaucescu, le telecamere dei network internazionali entrarono finalmente nel Paese, le immagini che turbarono di più l’opinione pubblica mondiale furono quelle delle decine di migliaia di minori abbandonati negli orfanatrofi, dimenticati e abusati.

E’ passato quasi un quarto di secolo e quella dei minori abbandonati resta una tragedia irrisolta. Certo le condizioni di vita negli orfanatrofi sono migliorate ma il numero dei minori che vi vive è rimasto invariato a 70.000 senza contare che molti osservatori affermano che ve ne sarebbero altre decine di migliaia che vivono nelle strade. La Romania è ancora un Paese povero e l’eredità di Ceaucescu non è stata cancellata.

Le leggi sono troppo complesse, tanto da determinare un numero assai ridotto di adozioni nazionali portate a termine, da 700 a 900, e di sentenze di adattabilità, da 1.200 a 1.400. Quelle internazionali invece sono state chiuse una decina di anni fa.

Nel mese di aprile è stata approvata una nuova legge che si porrebbe l’intento di aumentare il numero di bambini adottabili e di velocizzare il processo. Secondo l’autorità centrale rumena consentirà di arrivare a 2.000 adozioni l’anno. La stessa legge costituisce uno spiraglio positivo per la riapertura effettiva delle adozioni internazionali dopo tanti anni: le nuove norme, infatti, permettono alle coppie miste (con almeno un componente di nazionalità romena) residenti all’estero, di poter adottare un minore proveniente dalla Romania. L’Ufficio Romeno per le Adozioni ha già iniziato i procedimenti per autorizzare enti stranieri per curare i procedimenti adottivi.

Ma basterà?

Molti addetti ai lavori del Paese però dubitano che possa funzionare e osservano che comunque si tratterebbe di meno del 3% dei minori affidati allo Stato.

Le regole sono, infatti, assai penalizzanti: per essere “adottabile” un minore rumeno deve essere orfano di entrambi i genitori e qualora fossero vivi devono firmare una rinuncia alla patria potestà. Allo stesso modo anche gli altri parenti, eventualmente in vita, devono rinunciare per iscritto ad ogni diritto sul bambino. Il sistema sarebbe disegnato per favorire il ricongiungimento con la famiglia allargata ma il risultato si chiama invece orfanotrofio.

Il più importante cambiamento introdotto dalla nuova legge sarebbe il fatto che i minori possono ora essere considerati adottabili dopo un anno senza alcuna relazione con i genitori. Ma una sola visita all’anno da parte di un genitore può far ripartire il conteggio da zero. Da considerare il fatto che in Romania una madre può decidere di lasciare il figlio in ospedale dopo il parto senza per questo rinunciare alla patria potestà.

Questo è frutto della dittatura vissuta. Negli anni 60, il regime pretendeva che le donne avessero almeno 5 figli proibendo ogni forma di controllo delle nascite. Ma moltissime famiglie non erano in grado di mantenere tutti quei figli e così li abbandonavano in orfanotrofio. Nacque così una mentalità che purtroppo ancora esiste secondo la quale lo Stato può prendersi cura del minore meglio della famiglia di origine.