Russia. Dopo 10 rifiuti la bambina che nessuna voleva ha finalmente un papà e una mamma: Lucia e Giovanni

lucia e giovanniEra stata abbandonata alla nascita e rifiutata per ben 10 volte: sia da potenziali genitori adottivi nazionali che esteri. Sembrava destinata ad una vita in un lontano e desolato istituto della Siberia. Eppure quando un giorno arrivano loro, Lucia e Giovanni da Milano, per un attimo sembra che una nuova vita si prospetti per lei, la piccola Paolina: ma tutto continua a mettersi contro. Per prima, la lunga e farraginosa burocrazia e cavilli giuridici. Fino a fare temere che si trattasse di “un vero e proprio accanimento – racconta mamma Lucia intervenendo alla XXIV Settimana di formazione e studi delle associazioni Ai.Bi e La Pietra Scartata che si sta svolgendo a Gabicce Mare (PU) – contro la felicità di Paolina e la nostra”.

Ma mai come in questo caso ad essere vincente è stata la determinazione di Lucia e Giovanni, che pur essendo reduci da altre esperienze adottive non andate a buon fine, decidono di non mollare, di continuare ad andare avanti nonostante tutto e tutti. Nonostante i lunghi viaggi per raggiungere la Siberia e le difficoltà economiche. “Ogni volta che tornavamo a casa dalla regione di Omsk – continua Lucia – vittime dell’ennesimo ostacolo e difficoltà burocratica, sconfortata guardavo la foto di Paolina ed ecco che il suo grande sorriso mi dava la forza: non potevamo arrenderci. Lei ci aspettava”.

Eppure sembrava che non ci fosse speranza per una vita in Italia per Paolina, tra parenti vicini e/o lontani russi che tornavano dal passato a reclamare legami di sangue e battaglie legali nei tribunali oltre frontiera per dimostrare che un futuro e una casa accogliente aspettava Paolina in Italia. Fino ad arrivare a fare ricorso per vincere l’ultima definitiva battaglia.

“Ci siamo rivolti alla Corte suprema di Mosca – continua Giovanni  che ancora si commuove nel ripercorrere tutte le ‘tappe’ della storia –  nella speranza di vincere il ricorso: il tribunale per i minorenni aveva deciso di  affidare Paolina a uno zio che evidentemente non era però nelle condizioni di prendersene cura e che fino a quel momento non aveva avuto alcun rapporto con la bambina”.

Il ricorso, nonostante la bassa percentuale di speranze (“ci era stato detto che cause – precisa Giovanni- come la nostra si risolvevano positivamente per la coppia adottiva solo nell’1% dei casi”,) si rivela un successo per la coppia di Milano che così nel 2013 riesce ad abbracciare definitivamente la sua Paolina.

“Una data che non dimenticheremo mai  – continua Lucia – quella della fine di un calvario lungo e pieno di sacrifici ma anche di preghiere, invocazioni al Signore e viaggi a Medjuorie. E alla fine siamo stati ascoltati”.

Ora Paolina ha 6 anni, è stata adottata quando ne aveva 3  mezzo, vive in provincia di Milano con i suoi genitori e quest’anno andrà a scuola.

E’ un caschetto biondo che saltella e si getta tra le braccia di quella che ha sempre chiamato mamma “fin dal nostro primo incontro a Omsk – continua Lucia – Come potevamo abbandonarla al suo destino?”.

Perché l’abbiano fatto, invece, altre 10 coppie prima di loro rimane un mistero, “per la sua scheda clinica (poi risultata ‘amplificata’) ? – continua Giovanni – Paolina è sana come un pesce. Per le sue orecchie a sventola? La rendono così simpatica… Perché altre coppie si sono arrese davanti alle difficoltà? Tutto è possibile o niente di tutto questo: forse solo perché semplicemente Paolina doveva essere nostra figlia: è quello che abbiamo sempre sentito nel nostro cuore. E per lei rifaremmo tutto dall’inizio”