Siria. Lo “stress tossico” dei bambini: con la campagna “Non Lasciamoli Soli”, il labirinto della guerra può avere un’uscita!

Perdere la vita per una bomba o per un tentativo di fuga: il minimo comune denominatore si compone di bambini e di morte. Siamo a Raqqa, in territorio siriano, dove da sei anni si contano vittime di una guerra di cui non si rintraccia l’inizio e non si vede una fine.

C’è una popolazione in questo territorio che non conosce pace e che vive in trappola. Questa condizione si tramuta in ferite psicologiche che tarderanno a guarire: i bambini non conoscono né gioco né gioia. Sono tormentati da ciò che hanno visto: sofferenza, decapitazioni ed esplosioni; la loro quotidianità si compone di disperazione e deprivazioni. Non esistono scuola né parcogiochi; anche gli spazi pubblici sono stati trasformati nel palco di uccisioni, e la platea è fatta di bambini che guardano corpi disseminati o parti di essi.

La psicologia di un bambino, che non dovrebbe neanche sentir parlare di atrocità simili ma che invece è costretto a viverle, ne risulta fortemente modificata: senza un adeguato sostegno, i traumi di questo vissuto saranno infatti impressi nelle loro menti per il resto della loro vita. Brutali violenze e bombardamenti sono il loro pane quotidiano, a cui si aggiungono mancanza di acqua ed elettricità.

Tutto questo è “stress tossico”: può verificarsi quando il bambino sperimenta un’intensa, frequente, e  prolungata avversità come l’abbandono; la sua esposizione alla violenza o a situazioni di disagio, senza un adeguato sostegno da parte degli adulti che dovrebbero prendersene cura, crea nella mente di ogni bambino un circolo di paura e angoscia dal quale non  può uscire autonomamente.

Non c’è più infanzia per loro, hanno dimenticato (o mai conosciuto!) la bellezza dell’andare a scuola, di poter giocare, ridere e correre all’aria aperta! Queste sono ferite invisibili e non sanguinanti, che però avranno conseguenze catastrofiche sul loro futuro: la maggior parte infatti  ha sviluppato disturbi seri tra cui incubi, insonnia, pensieri suicidi, rabbia e depressione.

Questo è il momento di intervenire: si chiama Non Lasciamoli Soli” la campagna di Amici dei Bambini che, in collaborazione con i partner siriani, realizza interventi di prima e seconda emergenza, fornendo supporto alimentare e psicologico. Esiste un modo per evitare che il futuro di questi bambini sia come il loro passato: grazie alla campagna, Ai.Bi. intende fornire sostegno e assistenza continui e continuativi a bambini, donne e famiglie massacrate dal conflitto.

Sostieni la campagnaNon Lasciamoli Soli”, aiutaci a combattere i traumi dei bambini e a trasformarli nella possibilità di una serena adolescenza.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano; Il Manifesto; Vita