Spagna. Stop alla registrazione dei figli da utero in affitto all’estero

Il governo blocca le pratiche in corso e non riconoscerà più le sentenze straniere: ammesso solo l’accertamento biologico o l’adozione

La Spagna ha recentemente introdotto una normativa molto restrittiva sulla registrazione dei bambini nati all’estero tramite gestazione per altri (utero in affitto), sulla falsariga di quanto ha fatto l’Italia con il riconoscimento della pratica dell’utero in affitto come “reato universale”. Ecco i punti principali che riguardano la presa di posizione spagnola:

Cosa prevede la nuova normativa

  • Blocco immediato delle registrazioni: Tutte le richieste in corso per registrare in Spagna i bambini nati da maternità surrogata all’estero sono state annullate, senza periodo di transizione.
  • Niente più riconoscimento automaticoNon verranno più riconosciute le sentenze straniere che convalidano i contratti di gestazione per altri.
  • Registrazione limitata: Sarà ammessa solo l’identificazione biologica di uno dei genitori o l’adozione, se viene dimostrata l’esistenza di un nucleo familiare stabile.
  • Motivazioni etico-giuridiche: La decisione segue una sentenza della Corte Suprema spagnola del dicembre scorso, che definisce i contratti di surrogazione “contrari all’ordine pubblico” e lesivi della dignità della donna e del bambino.
  • Orientamento legislativo: In Spagna la maternità surrogata è vietata e considerata, nella legge sull’aborto, una forma di violenza contro le donne.

Questa misura mira a chiudere le vie legali finora sfruttate per ottenere il riconoscimento legale di bambini nati con questa pratica all’estero, scoraggiando indirettamente anche il “turismo procreativo”.

[Fonte: Avvenire]