Terza dose vaccini anticovid: arrivano 200 milioni di Novavax

Israele sta somministrando  la terza dose agli over 60, la Germania partirà a settembre e anche la Gran Bretagna si prepara ad un nuovo piano vaccinale 

A causa della variante “Delta” che si sta sempre più diffondendo, per la sua elevatissima capacità di contagio, sono sempre più insistenti, da parte del mondo scientifico, le richieste di ricorrere a una terza dose di vaccino, per migliorare la copertura.

Quando si parla di terza dose, è necessario chiarire con quale intenzionalità verrebbe somministrata, se per allungare il tempo di immunizzazione o per potenziare le capacità immunizzanti.

La fondazione Veronesi sul suo web magazine, ci informa che la rivista Nature riporta uno studio della Washington School of Medicine che dimostrerebbe dopo la vaccinazione la presenza di “plasmacellule della memoria del centro germinale” e quindi la capacità della vaccinazione di agire a lungo termine. Ciò significherebbe che una terza dose, al netto di nuove varianti o di soggetti immunocompromessi, non sarebbe necessaria.

Il problema delle varianti

Purtroppo, però, si stanno affacciando nuove varianti e questo cambia lo scenario, rendendo necessario, a detta di molti esperti, dover ricorrere almeno per le categorie fragili o più esposte a una terza dose.

Il Sole 24 Ore riporta i punti di vista dell’EMA e dell’OMS.

Secondo L’EMA, decidere sarebbe ancora prematuro perché i dati sono insufficienti. L’OMS non si sbilancia perché molti Paesi poveri non hanno fatto ancora la prima dose.

Gianni Rezza, del Ministero della Salute, sottolinea che si tratta di una decisione da meditare bene, ma probabilmente fragili e immunodepressi avranno una terza dose.

La Pfizer asserisce che una terza dose di vaccino rafforza la protezione dalla variante delta 5 volte per la fascia di età tra 18 e 55 anni e 11 volte tra 65 e 85 anni.

In tanto, sul quotidiano il Giorno, si apprende che Israele la sta somministrando agli over 60, la Germania la offrirà ad alcune categorie a rischio a partire da settembre e anche la Gran Bretagna si prepara ad un piano vaccinale per la terza dose.

In Italia è aperto il dibattito.

Novità Novavax

Una novità interessante tra i vaccini anticovid è la nascita di quello prodotto dalla Novavax dotato di caratteristiche originali.

La rivista Fortune Health ci informa che l’Europa ha prenotato duecento milioni di dosi, la cui conferma è soggetta all’approvazione dell’ EMA.

Il vaccino è a base di “proteine ricombinanti insieme all’audiuvate Matrix-M”. L’azienda produttrice spera di consegnare ad EMA entro il terzo trimestre 2021 il dossier conclusivo.

Il Corriere Salute spiega che il vaccino della Novavax, introduce nell’organismo la proteina Spike insieme ad un adiuvante a base di saponine che stimola il sistema immunitario adattativo a produrre anticorpi contro i virus. Il professor S. Abrignani ordinario di patologia generale alla statale di Milano, ricorda che la tecnica delle proteine ricombinanti per la produzione di vaccini è collaudata da più di trenta anni e che si usano anche nei neonati, senza effetti collaterali di rilievo.

Il New England Journal of Medicine in uno studio realizzato quando la variante Alfa era prevalente, ha confermato un’efficacia del 96,4% contro il ceppo originario, dell’86,3% contro la variante Alfa e dell’89,7% in generale. Il prof. S. Abrignani sottolinea che questo vaccino essendo prodotto con tecniche collaudate da decenni possa essere accettato da indecisi e incerti.