Torino, due bambini di 2 e 4 anni abbandonati in casa

L’allarme lanciato dai vicini. La madre dei piccoli: “Ho avuto paura e ho deciso di scappare. Forse è meglio così per tutti”. Denunciata per abbandono, i suoi figli non le verranno mai più affidati

“Quando ho letto la notizia sui social e ho visto tutto quello che stava succedendo ho avuto paura e ho deciso di scappare. Forse è meglio così per tutti”. Sono le parole, riportate da alcuni conoscenti, della madre dei due bambini ritrovati abbandonati venerdì 23 maggio in un appartamento a Torino.
La 25enne, con problemi di tossicodipendenza, si è fatta viva solo per un breve momento, telefonando – forse alla madre – prima di sparire nuovamente.

I due bambini abbandonati

La scena che si è presentata agli occhi dei carabinieri è stata agghiacciante: due bambini, di 2 e 4 anni e mezzo, uno dei quali risulterebbe positivo al crack, lasciati da soli in un appartamento invaso dai rifiuti, in mezzo a pipette usate per fumare crack. La donna, che viveva una condizione di degrado profondo e dipendenza, è stata denunciata per abbandono di minore.
I bambini sono ora al sicuro, affidati a una famiglia d’emergenza selezionata da “Casa Affido” del Comune, in una località segreta del Torinese. Secondo gli assistenti sociali, non torneranno mai più sotto la custodia della madre, ormai completamente risucchiata dal tunnel della droga. Il crack, derivato della cocaina, è sempre più diffuso sul territorio torinese, dove l’offerta ha superato la domanda.
A salvare i bambini e far sì che questa vicenda non finisse come quella del neonato ritrovato morta sul balcone di casa a Sesto San Giovanni, è stato l’allarme di alcuni vicini che hanno sentito provenire dei pianti dall’appartamento, chiamando le forze dell’ordine e l’intervento degli assistenti sociali.
Il quartiere di torino in cui è avvenuto il fatto sembra non essere dei più difficili e poveri, così come, secondo le rime ricostruzioni, fino a pochi mesi fa la vita della mamma dei bambini sembrava avere una parvenza di normalità: un lavoro in palestra, una passione per il calcetto praticato con le amiche, un permesso di soggiorno regolare. Poi, all’improvviso, il tracollo.
Adesso resta il vuoto lasciato dietro di sé. E la speranza, remota ma ancora possibile, che questa giovane donna possa un giorno tornare a cercare aiuto, per ricostruire sé stessa e non gettare via del tutto la sua vita.

[Fonte: La Stampa]