UNICEF: stop alle discriminazioni dei minori nei paesi Arabi

Nella Conferenza sui Diritti dei Bambini, organizzata dalla Lega degli Stati Arabi, che si è svolta ad Hammam nei giorni scorsi sono emerse posizioni importanti relative ai diritti dei minori che vivono in Medio Oriente e nel Nord dell’Africa. Durante la tre giorni di incontri è stata anche approvata l’adozione dai parte dei paesi partecipanti della “Marakkesh Declaration”, un’ulteriore misura di protezione nei confronti dei diritti dei minori.
Alla Conferenza hanno partecipato rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’UNICEF, diversi ministri dei governi dei paesi membri oltre a rappresentanti di organizzazioni non governative.
“Tra i vari paesi che fanno parte di queste regioni, sono stati raggiunti importanti risultati per quanto riguarda alcuni dei Millennium Development Goals, tra cui la riduzione significativa della mortalità infantile e il raggiungimento di alti tassi di iscrizione e di parità di genere nell’istruzione primaria”, ha dichiarato Shahida Azfar, in qualità di Direttore Regionale per il Medio Oriente e l’Africa del Nord dell’UNICEF.
“Tuttavia, questi risultati non possono nascondere la grande disparità tra i bambini più ricchi e quelli più poveri. E’ necessario intervenire al più presto per aiutare i bambini più indigenti, che soffrono maggiormente le discriminazioni e si trovano al di fuori delle reti di sicurezza esistenti.”
Azfar ha sottolineato la necessità di affrontare con urgenza tali disparità e ha chiesto di prestare più attenzione alle vulnerabilità che sono radicate nella povertà, nella posizione geografica, nel sesso, nelle disabilità o nell’etnia, al fine di garantire a tutti i bambini, senza discriminazioni, di godere appieno dei loro diritti.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa continuano essere afflitti da violenze contro i bambini: circa l’89 per cento dei minori sono soggetti a punizioni fisiche o psicologiche, 3,5 milioni di donne di età compresa tra 20 e 24 si sono sposate prima di avere compiuto 18 anni, e le mutilazioni genitali femminili colpiscono il 96 per cento delle donne in Egitto, il 93 per cento in Gibuti e l’89 per cento in Sudan.
“Le violenze avvengono in tutti i contesti, negli istituti di assistenza, nella scuola e anche all’interno della casa”, ha detto Marta Santos Pais, rappresentante delle Nazioni Unite “La protezione dei minori da ogni forma di violenza ha bisogno di evolversi, dall’essere una preoccupazione di pochi in una priorità per tutti”.
L’approvazione all’unanimità della “Marrakesh Declaration” al termine dei lavori è un ulteriore segnale della volontà di lavorare per una maggiore protezione dei bambini dalla violenza, da forme di sfruttamento ed abuso, per introdurre misure che tutelino l’esposizione dei minori alla violenza attraverso i media, la fine del lavoro minorile, dei matrimoni precoci e delle punizioni corporali.