«Accorciare i tempi dell’adozione: così si apre a tutti la possibilità di adottare»

Non sono solo Angelina Jolie e Brad Pitt ad aver adottato bambini: sono tanti i vip che hanno deciso di allargare la famiglia a uno o più figli non biologici. Forse per loro la strada è stata più facile, ma oggi adottare un bambino è un percorso lungo e faticoso. La media infatti è di 35 mesi, ma si può prorogare anche di anni. ecco i requisiti necessari e le strategie migliori da seguire.

Così si apre l’inchiesta della rivista Bimbi Sani & Belli, pubblicata a gennaio. Il servizio illustra i passaggi della procedura di adozione e riporta un’intervista a Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini. Si inizia con il Tribunale dei minori, si presenta la domanda di adozione (corredata di certificati di nascita della coppia, stato di famiglia, certificato di buona salute) e si invia tutto alla Cancelleria adozioni del Tribunale di zona. La domanda può essere presentata anche in più Tribunali. Poi si incontrano i servizi sociali, che devono accertare i requisiti della coppia che si propone per adottare un bambino. È una fase molto delicata, in cui i futuri genitori possono sentirsi sotto esame e studiati. Dopo la relazione dei servizi, il Tribunale emette l’idoneità e, se tutto va bene, la coppia può scegliere l’ente autorizzato e andare a incontrare un bambino all’estero.

Ecco l’iter descritto a grandi linee, dunque. Le tappe base dell’adozione, che possono facilmente allungarsi (o troncarsi, in altri casi) se il Tribunale richiede accertamenti ulteriori e nuovi colloqui con i servizi. Colloqui che possono lievitare e raggiungere la dozzina o più. Risulta che la lunghezza dell’iter burocratico sia il maggior responsabile del clima di scoraggiamento che c’è nell’adozione.

«L’adozione è un atto di giustizia, servono tempi e costi migliori – dichiara nell’articolo Marco Griffini –. Dal 2006 le richieste di adozione stanno subendo un calo inarrestabile. Pensavamo che le cause fossero di natura economica ma non è così, visto che sono calate pesantemente anche le adozioni nazionali, che sono gratuite rispetto a quelle internazionali. Da un piccolo referendum sul nostro sito si è visto che le la causa principale che spaventa le coppie non è il fattore economico ma l’iter troppo lungo. Questo è negativo perché, se cala il numero delle coppie che vogliono adottare, dall’altro stanno aumentando i numeri dei bambini disponibili per l’adozione.

L’iter lungo non dipende tanto dall’estero, ma dai tempi italiani. Ci sono passaggi lunghi e inutili. L’Italia è rimasto l’unico Paese europeo ad avere il decreto di idoneità emesso da un Tribunale, in tutti gli altri Paesi l’Idoneità è emessa direttamente dai servizi. In Italia si è creata una cultura della selezione, non dell’accompagnamento, e questo è sbagliato. Ai.Bi. sta lanciando una proposta legislativa per rendere l’adozione più veloce. Basta eliminare i passaggi burocratici del Tribunale e snellire le verifiche dei servizi sociali, per risparmiare soldi da investire per le adozioni gratuite e accorciare notevolmente i tempi. Occorre razionalizzare tutti i passaggi, eliminando quelli inutili. Così si apre a tutti la possibilità di adottare. Perché l’adozione è un atto di giustizia, non ha senso aspettare e spendere».

(Da Bimbi Sani & Belli, Adozioni: un’attesa troppo lunga?, gennaio 2012)