“Adottare un bambino non è diverso dal generarlo…”

Stefania scrive:

Adottare un figlio non è diverso dal generarlo. Si “genera” amore. Punto.
Io ho adottato due anni fa due figlie che allora avevano 5 anni e mezzo e 8 e mezzo. Non le ho generate, anzi, erano già due “personcine”, ma questo me lo devono ricordare “gli altri”. Sono parte di me e le amo (le amiamo con mio marito) infinitamente, divento stucchevole a parlarne (seppur in mezzo a mille oggettive difficoltà). Buona fortuna a tutti.

Cara Stefania,

Adottare significa, innanzi tutto, dare una famiglia a un bambino. Aprire la nostra casa a un piccolo che ne ha bisogno. Perché un bambino ha diritto ad avere una famiglia. E quando non può vivere con i genitori che l’hanno messo al mondo, ha assoluta necessità che qualcuno gli apra la sua casa, il suo cuore e lo prenda con sé. La difficoltà dell’adozione è fondamentalmente legata alla costruzione di un legame affettivo nella maggior parte dei casi, con bambini che hanno già avuto un vissuto famigliare frammentato, provenienti da culture diverse con una propria storia personale che li accompagnerà per tutta la vita.  La qualità della relazione che si crea fra la coppia adottiva e il figlio adottato dipende dalla capacità del genitore di farsi carico della storia pregressa del figlio, condividendo incondizionatamente le sue fragilità e le sue diversità. Questo sicuramente necessita di un atto di grande amore, del tutto simile al sentimento incondizionato che si prova nel generare un figlio. Creare un legame di attaccamento con un figlio adottivo non è certamente un processo scontato che avviene immediatamente, ma necessita di un lungo tempo, di molto amore, di condivisione di stati emotivi e nel consolidare un rapporto affettivo esclusivo.

In bocca al lupo per tutto!

Elisabetta Rigobello