“Riaprire le adozioni in Romania? Si, ma quelle vere!”

Mirra scrive:

Non voglio entrare nel merito degli Enti. Voglio solo fare alcune osservazioni dato che conosco abbastanza bene l’argomento. Questa ‘apertura’ della Romania “all’estero” mi sembra una presa in giro per le decine di migliaia di bambini che vivono negli istituti e case famiglia rumene e che sono destinati a non essere mai adottati perché nel loro paese non trovano abbastanza coppie disposte ad adottare e perché all’estero i costi sono così alti che le coppie rumene residenti all’estero non ci penseranno nemmeno lontanamente ad adottare in questo modo. Non voglio essere pessimista, mi baso solo su alcuni dati di fatto diffusi dalle NGO americane che lavorano in Romania e che dicono che in 6 mesi di apertura ai rumeni residenti all’estero soltanto due coppie, due, hanno richiesto di adottare un bimbo e il loro iter dopo più di sei mesi non si è ancora concluso. Anche risultando idonei all’adozione nel paese ospitante, le procedure burocratiche in Romania sono lentissime, macchinose, nessuno ha voglia di superare i vari cavilli se non ne ha un certo tornaconto economico . L’unico modo per aiutare i bimbi rumeni è la riapertura delle adozioni internazionali, quelle vere. E sono convinta, purtroppo, che le adozioni internazionali non riapriranno per due motivi: 1) Ci sono troppi interessi economici nella attuale situazione, troppi direttori di orfanatrofi arricchiti grazie a sovvenzioni che arrivano da chissà dove e troppe coppie che gestiscono le case famiglia (migliaia) che tirano avanti grazie ai bambini abbandonati o meglio sfruttando i bimbi abbandonati. 2) La Romania non è in grado di gestire in modo trasparente le adozioni internazionali e a dirla tutta nessuno ha la volontà di aiutare “figli” propri. E’ una situazione vergognosa che sta andando avanti da troppo tempo e che è sotto gli occhi di tutti.

Grazie


Cara Mirra,

sinceramente non saprei cosa  puntualizzare o aggiungere alla drammaticità della situazione.

E’ evidente che il destino di migliaia di bambini rumeni non è di interesse alcuno.

L’apertura fatta dal Governo rumeno verso le coppie rumene residenti all’estero non è certo un’apertura all’adozione internazionale. Anche le adozioni nazionali hanno un percorso lungo, macchinoso e sono poche a fronte dei bambini abbandonati collocati in un istituto.

L’unica speranza è che questa timida apertura possa portare a qualcosa di più concreto: anche i bambini rumeni hanno diritto ad avere una famiglia.

Un caro saluto

Irene Bertuzzi, area Formazione e Accompagnamento di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini