Truffa Kirghizistan: di chi è la responsabilità?

Ho letto l’articolo sul Kirghizistan e non immaginavo che potessero accadere anche queste cose nell’adozione internazionale. Mio marito ed io stiamo per adottare in Colombia, finalmente partiremo dopo le feste. Ho riletto l’articolo più volte e sinceramente mi sento molto vicina a queste 30 coppie, se dovesse capitare a noi penso che impazzirei. Ora essendo in parte estranea alla vicenda e a mente lucida, mi vengono tante domande: l’ente Airone in tutta questa storia cosa sta facendo? Nell’articolo non si legge nulla, nessuna dichiarazione, nessuna spiegazione dell’ente. Nella mia ignoranza credevo che tutti gli enti avessero personale proprio all’estero, pare azzardato il paragone ma lo fa la ditta per cui lavoro che vende materiale per imballaggi, qui ci si occupa di vite umane. Noi ora verificheremo con il nostro ente e con Commissione Adozioni Internazionali da chi saremo seguiti all’estero. Speriamo con tutto il cuore che queste famiglie possano ritrovare la serenità.

Cordiali saluti e buone feste, Marta.

Cara Marta, certo lo stupore è d’obbligo. La fase che riguarda i paesi stranieri è sempre molto delicata. Il controllo sull’operato dei rappresentanti o referenti stranieri dovrebbe essere ferreo e determinato. Ma anche questo non sarebbe sufficiente. Perché la situazione all’estero possa essere gestita in assoluta trasparenza occorre che l’ente abbia personale proprio, conosciuto, fidato che sia in grado di controllare e gestire i locali oltre ad avere una struttura in grado di svolgere tutti i compiti necessari allo svolgimento delle pratiche adottive. Significa quindi gestire in modo trasparente il denaro, promuovere, là dove è necessario, indagini sociali, controllare che i bambini siano in effettivo stato di abbandono, avere un’equipe fidata (psicologo, assistente sociale, medico). Solo così l’ente può dare certe garanzie ed essere sicuro di lavorare davvero per il bene dei minori.

Un caro saluto

Irene Bertuzzi