Riflessioni di figli adottivi, in tempi di Coronavirus. “Non siamo più capaci di abbracciare”

Riceviamo e pubblichiamo un pensiero sulle parole proferite da Papa Francesco durante la benedizione del 27 marzo

Riflessioni di figli adottivi, in tempi di Coronavirus. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione sulle parole pronunciate da Papa Francesco durante la benedizione Urbi et Orbi del 27 marzo scorso.

“Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza”. Queste sono le parole del Papa, che ha detto ieri sera. Mi colpiscono profondamente perché come figli adottivi è questo che abbiamo fatto da piccoli, quando soli, nei nostri istituti abbracciavamo il Signore per abbracciare la speranza di incontrare una mamma e un papà. L’abbraccio è di per se un gesto che ci permette di essere noi stessi, in un abbraccio non puoi fingere, lì ci sei tu con le tue debolezze. L’abbraccio è consolatore…


Eppure oggi non siamo più capaci di abbracciare, siamo presi dalle nostre vite, dalle nostre preoccupazioni, dai nostri egoismi, dal pensare che da soli ce la possiamo fare…

Dobbiamo ritornare bambini, dobbiamo ripensare al nostro primo abbraccio, quello dato a nostra mamma e a nostro papà, quando per la prima volta li abbiamo visti.

Dobbiamo ricordare la gioia di quell’abbraccio e quella sensazione di fidarsi completamente di loro, quel nostro lasciarsi andare tra le loro braccia.

Questo è quell’abbraccio che dobbiamo, oggi più che mai, fare al Signore; un abbraccio di speranza, un lasciarci andare nelle sue braccia perché possiamo essere liberati dalla paura e ricevere quella speranza che non sentiamo più.

Greta Griffini