Adozione. Effetto lockdown: aumentano i minori abbandonati, ma crollano le domande di adozione

Cristina Maggia (neo presidente Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e la Famiglia: “Le separazioni, la crisi economica, la solitudine, la precarietà del lavoro e dei legami affettivi hanno avuto un impatto negativo sulla natalità e sulle adozioni”

 Che il 2020 sia stato l’inverno più buio della natalità lo sapevamo, ma adesso alcuni dati dimostrano, come nell’anno appena trascorso, tra gli effetti collaterali del coronavirus, almeno per quanto riguarda la Regione Lombardia, si debba annoverare, anche un aumento del numero dei bambini non riconosciuti alla nascita.

 A renderlo noto è il Corriere della Sera.

Durante la pandemia all’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – si legge sul quotidiano- una delle province più colpite dal Covidil numero di neonati non riconosciuti alla nascita è salito. Nel 2020 sono stati sette, cinque in più rispetto a quelli dell’anno precedente”.

La questione merita una riflessione più approfondita: “Nell’ultimo anno in tutta la Lombardia i piccoli abbandonati nei nidi degli ospedali sono stati 55 – riporta il Corriere della Sera – Nel 2019 erano 41 e nel 2018 40. Mentre a livello nazionale i numeri sono lievemente scesi (243 nel 2018, 193 nel 2019 e 186, dato ancora provvisorio, nel 2020)”.

Crescere in una famiglia è un diritto di ogni bambino!

Eppure non sono molte le coppie che decidono di adottare un minore e non solo per quanto riguarda l’adozione internazionale, notoriamente più complessa e costosa. Anche l’adozione nazionale, che è gratuita ha visto un crollo delle domande.

Tra le motivazioni ipotizzate, Cristina Maggia, presidente del Tribunale dei minori di Brescia e dell’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e la Famiglia (Aimmf) elenca sul Corriere: “Le separazioni, la crisi economica, la solitudine, la precarietà del lavoro e dei legami affettivi” assieme ad un crollo degli ideali solidaristici che, secondo il magistrato: “stanno diventando sempre più individualistici. Le coppie sono meno disposte ad accettare un bambino con un passato, lo vogliono su misura e se non riescono ad averlo in provetta piuttosto restano soli. Oggi gli abbinamenti sono più difficili anche perché l’età media dei genitori adottanti si è alzata, fino a 51 e 53 anni: preferiscono bambini molto piccoli, che invece vengono possibilmente affidati alle coppie più giovani, e scartano quelli in età scolare”.