Covid. Solo l’1 % delle vittime con doppio vaccino. AstraZeneca protegge tutta la vita?

I dati dell’ISS mostrano come da febbraio solo l’1% degli oltre 35 mila morti fosse completamente vaccinato .Mentre un nuovo studio ipotizza che i vaccini adenovirali, come AstraZeneca, proteggano a vita contro l’infezione da SARS-CoV-2

Non serviranno a convincere gli scettici e i no-vax, perché, per loro, i discorsi razionali, scientifici, basati sui dati, evidentemente non fanno presa, ma dal fronte dei vaccini continuano ad arrivare buone notizie.

Il vaccino AstraZeneca protegge tutta la vita?

La principale riguarda il vaccino AstraZeneca, che tante polemiche ha suscitato in Italia e che ora potrebbe ottenere la sua “rivincita” grazie a uno studio pubblicato sulla rivista Nature Immunology e firmata da alcuni scienziati inglesi e svizzeri. Secondo le loro ricerche, i vaccini AstraZeneca prodotti in India e distribuiti con il nome commerciale di Covishield sembrano offrire una protezione dal contagio che potrebbe durare tutta la vita.
Cercando di semplificare molto il concetto, è come se il vaccino adenovirus (come quello sviluppato da Johnson & Johnson), oltre a produrre anticorpi contro il virus, “allenasse” il corpo umano a produrre linfociti T a lungo termine, anche dopo che gli anticorpi sono diminuiti.
In questo, il vaccino AstraZeneca appare più efficace di quanto non lo siano i vaccini a mRNA come quelli di Pfizer e Moderna.
Il professor Paul Klenerman, del dipartimento di medicina Nuffield di Oxford, nelle parole riportate da Affaritaliani, afferma: “Milioni di persone avranno ricevuto vaccini adenovirali in tutto il mondo, non solo il vaccino AstraZeneca, ma il vaccino J&J e le versioni cinese e russa. L’obiettivo finale di questi sieri è indurre una protezione a lungo termine del sistema immunitario utilizzando sia anticorpi che cellule T“.

I dati dell’ISS: da febbraio solo l’1% dei morti di Covid era completamente vaccinato

Allargando lo sguardo a tutti i vaccini, invece, l’altra notizia positiva arriva dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che indicano come da febbraio solo l’1% dei morti per Covid-19 fosse vaccinato in maniera completa.
L’analisi prende in esame oltre 35 mila persone morte negli ultimi otto mesi e dimostra come praticamente tutte fossero non completamente vaccinate, o per scelta o perché ammalatisi prima di poter accedere alla vaccinazione che, come noto, ha dato la priorità ai soggetti più a rischio.

Scendendo nel dettaglio dei numeri del rapporto, riportati da il Giornale, dall’inizio di febbraio, quando iniziavano a esserci i primi immunizzati completi, a cinque settimane dall’avvio della campagna vaccinale, si sono registrati 35.776 decessi. Di questi solo 423 risultavano completamente vaccinati. Prendendo, poi, un campione di 70 cartelle cliniche relative a questi decessi, si è visto come l’età media risultasse di 88,6 anni, contro gli 80 del campione dei decessi tra i non vaccinati, e con una media di patologie pregresse di 5, contro le 3,7 dell’altro campione.
Come riporta sempre il Giornale, estrapolandolo dal report, la lettura di questo dato è doppia: “In primis i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. In secundis, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data in cui è stata eseguita questa valutazione”.